Caro affitto
L’ultimo anello di una sciagurata catena di rincari. Dopo il carrello della spesa, l’energia, il carburante e la cassa malati, ora anche le spese per l’alloggio. Diversi inquilini hanno ricevuto la sgradita raccomandata con la notifica dell’aumento dell’affitto. Il motivo? L’incremento nel giugno scorso, dopo decenni di ribassi, del cosiddetto tasso ipotecario di riferimento. Di cosa si tratta? È il tasso di interesse medio, stabilito dall’ufficio federale delle abitazioni, determinante per definire le pigioni. Ebbene, questo dato abbinato a quello dell’inflazione rischiano di servire una stangata e tanti inquilini alcuni dei quali si sono rivolti a Patti chiari.
E non è tutto, perché anche in tempi così difficili c’è chi ne approfitta per richiedere aumenti di pigione ingiustificati. Allora quando il proprietario ha diritto a aumentare la pigione e quando no? E come difendersi se la richiesta è abusiva?
E tra tanti problemi anche qualche barlume di speranza. C’è chi è riuscito a sfuggire a questa situazione, anche in Ticino, associandosi in cooperative d’abitazione “no profit”. Un fenomeno circoscritto e poco conosciuto nella Svizzera italiana, non nelle città d’oltralpe. Meno di 1’500 franchi per un 5 locali e mezzo a Zurigo: impossibile, direte voi! E invece…
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