Cripto mania / Guerra alla plastica
Settimanale di inchiesta e informazione sui diritti dei cittadini e dei consumatori a cura di Lorenzo Mammone
Diventare ricchi da un giorno all’altro partendo da pochi soldi? Vi sembra impossibile? In realtà può succedere. Noi una persona così l’abbiamo incontrata e intervistata! Come ha fatto? Semplice acquistando e vendendo cripto valute! Ma facciamo un passo indietro. Da anni Bitcoin, Litecoin, Blockchain sono termini sulla bocca di tutti, ma quanti di voi sanno veramente cosa vogliono dire? E come fanno le persone a diventare ricche?
Le cripto valute sono monete digitali e la più famosa è Bitcoin. Queste monete concretamente non esistono, sono dei calcoli matematici. Ma la gente è disposta a pagare per averli! In dicembre dello scorso anno un Bitcoin era scambiato per 19'000 franchi!! E poi? E poi c’è stato il crollo, ad inizio febbraio valeva meno di 7'000… e questo crollo ha lasciato dietro di sé investitori disperati e persone comuni che hanno visto andare in fumo i risparmi di una vita.
Per entrare fino in fondo in questo mondo abbiamo investito 100 Euro in Bitcoin e abbiamo cominciato a seguirne l’andamento… Le possibilità per farlo di certo non mancano: grafici che mostrano le oscillazioni minuto dopo minuto, previsioni per il futuro, forum e chat di consigli di investimento, ci si potrebbe passare le giornate!
Ma una volta in possesso di queste monete, poi cosa ce ne facciamo? Navigando in internet e girovagando per il Ticino abbiamo scoperto che possiamo acquistare dei biglietti aerei, una casa, pagarci le tasse, berci un caffè… ma abbiamo scoperto anche l’altra faccia della moneta... le cripto valute posso essere utilizzate anche per acquistare pistole, droghe, per assoldare killer, perché? Perché le transazioni avvengono nell’anonimato più completo e noi ve lo dimostreremo!
Se avete già acquistato delle cripto valute ma avete dei dubbi, se volete scoprire di più su questo mondo, sapete cosa fare, seguirci!
Il tutto raccontato nel servizio di Eleonora Terzi e Valerio Thoeni.
L'incubo della plastica
Acquisti i prodotti e con loro ti porti a casa confezioni, tante confezioni, spesso di plastica. Avete mai provato a consegnare ai rivenditori tutta la plastica che avvolge i vostri acquisti? Come hanno reagito?
Si chiamano Plastick Attack e si stanno moltiplicando in tutta Europa: gruppi di cittadini che, appunto, una volta effettuati i loro acquisti in un supermercato, si sbarazzano degli imballaggi e li riconsegnano al negozio. È successo anche nella Svizzera italiana, per l’esattezza sabato scorso a Lugano.
Si tratta di azioni che vogliono sensibilizzare sui problemi causati dagli imballaggi, quelli in plastica soprattutto, ma non soltanto. Per richiamare l'attenzione dei consumatori sui troppi rifiuti che gli imballaggi provocano e spingere i supermercati a ridurne sempre di più quantità e volume.
Onnipresente e indistruttibile, oltre che molto comoda, la plastica dà il nome a queste azioni, perché sempre più diventa un problema: resti di sacchetti, contenitori, bottiglie e mille altri oggetti in plastica si trovano dappertutto e sono destinati a durare per decenni prima di degradarsi e frammentarsi, trasformandosi in microplastiche, una nuova fonte di inquinamento che suscita preoccupazioni sempre maggiori.
Venerdì Patti chiari, nel servizio di Riccardo Fanciola, Camilla Contarini, Nadia Ticozzi e Valerio Scheggia, vi propone immagini inedite del Plastick Attack di Lugano e un test per vedere come i nostri supermercati reagiscono dinanzi a un cliente che gli imballaggi non vuole portarseli a casa.