L’intelligenza artificiale – AI – si è intrufolata nella nostra vita quotidiana con una rapidità sorprendente, stravolgendo le nostre abitudini. Pochi però sanno che dietro questa rivoluzione tecnologica si nasconde un “esercito” invisibile: milioni di lavoratori, spesso precari e sottopagati, che alimentano e addestrano gli algoritmi.
Il Kenya è uno dei centri internazionali dove vengono svolti i compiti più ingrati legati all’AI. Piccole imprese, ma anche giganti come Meta, ChatGPT, Tesla o TikTok delocalizzano nel paese africano una parte considerevole di questo lavoro essenziale per il funzionamento dell’IA generativa. Un’attività ripetitiva e faticosa, fino a 18 ore al giorno, per un salario da fame!
E non è tutto. Molti di questi lavoratori sono esposti al peggio del web: immagini “tossiche” infarcite di pedopornografia e violenza da far accapponare la pelle. E così rischiano di rimetterci anche la loro salute mentale.

