Da lunedì 1. a venerdì 12 dicembre 2025
Nato a Montreal, in Canada, nel 1925, il 15 agosto scorso avrebbe spento cento candeline. Oscar Peterson è stato molto più di un semplice pianista jazz: è stato un fenomeno musicale, un virtuoso capace di combinare una tecnica classica impeccabile con il groove e lo swing più autentici del jazz. La sua carriera, durata oltre sessant’anni, lo ha portato a essere considerato uno dei più grandi pianisti jazz di tutti i tempi, una vera e propria icona culturale per il Canada e una leggenda a livello mondiale. La sua formazione musicale iniziò in famiglia, guidata dal padre, ma fu un attacco di tubercolosi durante l’infanzia a indirizzarlo definitivamente verso il pianoforte, abbandonando la tromba. Influenzato da maestri come Art Tatum e Nat King Cole, Peterson sviluppò presto uno stile distintivo caratterizzato da una velocità sbalorditiva, un uso magistrale delle ottave e un senso del ritmo incalzante che lo rese immediatamente riconoscibile.
La grande svolta arrivò nel 1949, quando il manager Norman Granz lo scoprì e lo portò a New York per un’esibizione a sorpresa al prestigioso concerto “Jazz at the Philharmonic” alla Carnegie Hall, che ne consacrò la fama internazionale. Peterson ha esplorato vari formati musicali, ma è nel contesto del trio che ha lasciato il segno più profondo. Le sue formazioni più celebri, in particolare quella storica con Ray Brown al contrabbasso ed Herb Ellis alla chitarra (poi sostituito dal batterista Ed Thigpen), sono considerate modelli di interazione e virtuosismo di gruppo. Album iconici come Night Train (1962) e We Get Requests (1964) sono pietre miliari del genere. Oltre al suo genio musicale, Peterson fu un convinto sostenitore dei diritti civili. La sua composizione “Hymn to Freedom“ divenne un inno non ufficiale del movimento per i diritti civili, dimostrando come la sua arte fosse anche un veicolo di messaggi importanti.
La sua vita fu costellata di riconoscimenti: otto Grammy Awards (incluso uno alla carriera), innumerevoli onorificenze canadesi e internazionali, e persino una statua a Ottawa e una moneta commemorativa emessa dalla Zecca Reale Canadese. Nonostante un ictus nel 1993 ne avesse indebolito la mano sinistra, Peterson continuò a esibirsi e registrare con incredibile determinazione fino a poco prima della sua morte, nel 2007.
Noi seguiremo la sua parabola sfruttando una lente particolare, quella della sua autobiografia A Jazz Odyssey.
Note da Oscar
Vita e arte di Oscar Peterson
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Primi passi (1./10)
Arpeggi 01.12.2025, 15:15

