Domenica in scena

Olivetti - L’utopia resa impossibile

Originale radiofonico di Guido Piccoli

  • Ieri, 08:00
Adriano Olivetti

Domenica 25 maggio e Domenica 1 giugno 2025 ore 17:35

Con: Anahì Traversi, Luca Simonetta Sandri , Daniele Ornatelli e Matteo Carassini e con la partecipazione di Antonio Ballerio
Presa del suono, sonorizzazione ed editing: Thomas Chiesa
Regia: Sara Flaadt
Produzione: Francesca Giorzi

Riascolta qui "Olivetti - L'utopia resa Impossibile"

  • Olivetti - L’utopia resa Inpossibile (1./2)

    Domenica in scena 25.05.2025, 08:00

Un uomo in treno, in viaggio verso la Svizzera. È Adriano Olivetti, visionario industriale, intellettuale e politico, che pochi istanti prima della sua morte, in quel 27 febbraio 1960, pare ripercorrere il senso della sua opera e della sua vita. È da qui che prende forma il radiodramma “Olivetti – “, scritto da Guido Piccoli e diretto da Sara Flaadt, una produzione che grazie al mezzo radiofonico riesce a ridare vita a storia e documenti originali.
L’interpretazione di Luca Sandri, nei panni di Adriano Olivetti, ci guida lungo un tracciato emotivo e politico che alterna ricordi, intuizioni, sogni di giustizia sociale e interrogativi mai sopiti. Sullo sfondo, sempre presente, la Lettera 22, la celebre macchina da scrivere Olivetti, simbolo di un’Italia che produceva “bellezza, funzionalità e pensiero”.
Accanto a lui, nella finzione narrativa, Daniele Ornatelli, che dà vita a Lunardi, un fedele dipendente, testimone e interprete della visione olivettiana. Le sue riflessioni si intrecciano con quelle della giovane ricercatrice, nonché figlia di Lunardi stesso impersonata da Anahì Traversi, che con passione riannoda i fili di un’eredità ideale e industriale, intervistando prima Olivetti in treno e in seguito suo padre, in un gioco di echi, rimandi e dialoghi tra epoche.
Il testo di Piccoli si nutre di documenti autentici, interviste reali e finzione narrativa riuscendo a ritrarre Olivetti non come icona congelata, ma come figura viva, contraddittoria e profondamente umana. Ne emergono le sue battaglie per una fabbrica a misura d’uomo, la tensione tra profitto e cultura, e il sogno di una società in cui l’economia potesse servire la comunità.
Il radiodramma non si limita al ritratto biografico. Il dubbio sulla sua morte improvvisa, seguita poco dopo da quella del suo brillante collaboratore Mario Tchou, attraversa il racconto come una crepa nel tempo. Due decessi ancora oggi avvolti da interrogativi, che aprono alla riflessione su quanto il pensiero olivettiano disturbasse certi equilibri consolidati.
Un radiodramma classico, due domeniche in scena che propongono quindi attraverso un paesaggio sonoro essenziale di riscoprire una storia che avrebbe potuto dare un volto diverso non solo all’Italia ma all’Europa.

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