David Leavitt
Alphaville: i dossier

David Leavitt (1./5)

100 anni di Gore Vidal

  • Ieri
  • 14 min
  • Enrico Bianda
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Vidal è stato, insieme a Truman Capote o Norman Mailer, uno dei grandi romanzieri dell’America ruggente, quella degli anni Cinquanta-Sessanta: ha scritto 25 romanzi, saggi, spettacoli teatrali che hanno riscosso grande successo a Broadway, ed è noto anche per le sceneggiature di grandi film, in particolare Improvvisamente l’estate scorsa di Mankiewicz e del kolossal Ben Hur di William Wyler.

Ma forse uno dei più noti e rivoluzionari romanzi scritti da Gore Vidal è stato The city and the pillar (La statua di sale), titolo che fa riferimento alla maledizione di Sodoma e Gomorra. Pubblicato nel 1948 suscitò enorme scandalo (e i principali giornali dell’epoca si rifiutarono di recensirlo), ma diventerà un classico, in particolare della letteratura gay. Per la prima volta infatti, con la figura del giovane omosessuale protagonista (Jim), veniva raccontata una relazione omosessuale senza gli stereotipi e il moralismo dell’epoca, anzi magnificando l’amore tra due uomini “normali” e virili.

Proprio per questo vogliamo festeggiare il compleanno di Gore Vidal e il suo libro “scandaloso” con un viaggio nella letteratura gay, dall’America all’Italia, nel corso degli ultimi settant’anni.

Siamo partiti con un’importante intervista a David Leavitt, professore di letteratura americana all’Università della Florida, autore di alcuni romanzi centrali per la letteratura Usa degli anni 80, come Pranzo di Famiglia o La lingua perduta delle gru.

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