Dal Settecento in poi si afferma a Ginevra uno “spirito naturalista” dovuto tanto all’influsso di Jean-Jacques Rousseau quanto ai lavori di grandi botanici che qui hanno soggiornato. Augustin Pyrame de Candolle creò il giardino botanico di Ginevra nel 1817, e poi nel 1824 nasce il Conservatorio, ovvero le zone dedicate all’erbario, alla banca dei semi, e alla biblioteca. Questo interesse particolare ha permesso di riunire a Ginevra la quinta collezione al mondo di erbari e una delle tre principali biblioteche di botanica sistematica.
L’erbario del giardino botanico di Ginevra è una vera e propria biblioteca della biodiversità passata e presente, con oltre sei milioni di campioni di piante da fiore, conifere, felci, muschi, alghe, funghi e mixomiceti provenienti da tutto il mondo, classificati per famiglia, genere e specie. La collezione è in continua evoluzione, con esemplari che risalgono a più di 350 anni fa. E ogni anno vengono aggiunti nuovi campioni, grazie al lavoro sul campo di ricercatrici e ricercatori, alle acquisizioni, agli scambi con altre istituzioni e alle donazioni. Oltre al suo valore patrimoniale, è un importante strumento scientifico per la classificazione, l’identificazione, la denominazione e lo studio del mondo vegetale e fungino, nonché per la comprensione dell’evoluzione e dello stato di conservazione degli ecosistemi terrestri.
Ma questa collezione racchiude anche tantissime storie: storie di piante che arrivano da lontano, di viaggi, di esploratrici e di esploratori, di specie vegetali estinte e di specie vegetali preziosissime. Nelle dieci puntate di L’erbario racconta, Nicola Schönenberger, direttore del Giardino Botanico di Ginevra, assieme ad Alessandra Bonzi, ci racconteranno proprio queste storie.
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