Blu come un'arancia

Giocare d'azzardo in letteratura

di Matteo Severgnini

  • 2 giugno 2014, 19:40
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BLU COME UN'ARANCIA
da lunedì 2 a venerdì 6 giugno 2014, ore 17:40
in replica alle 01:30

Il gioco d'azzardo e la sua deriva patologica è un argomento molto attuale e sottoposto a diverse analisi.

In questa serie di Blu come un'arancia, con l'ausilio del dottor Mauro Croce, psicologo, docente alla Supsi e autore di diverse pubblicazioni sul tema della dipendenza del gioco (la sua ultima pubblicazione a riguardo è “Gioco d'azzardo, giovani e famiglie” con Francesca Rascazzo, edito da Giunti), si vuole fare un breve viaggio all'interno di alcuni romanzi in cui la presenza del gioco d'azzardo, che si manifesta in diverse modalità (il gioco delle carte, la roulette, slot machine), è determinante per la caratterizzazione dei personaggi e della trama stessa. Inoltre molte volte il confine tra il personaggio/giocatore e scrittore è molto labile, sfumato e quasi scompare, come nel caso di Fëdor Dostojevskij e Tommaso Landolfi.

Non c'è da meravigliarsi, dice un antico, che il caso possa tanto su di noi, poiché noi viviamo per caso.
(Michel de Montaigne)

02.05.14
Gioco d'evasione e gioco come dannazione
Gioco d'azzardo e letteratura: un rapporto intrecciato

03.05.14
Il caso Dostojevskij: il giocatore

04.05.14
“Ventiquattro ore nella vita di una donna” di Stefan Zweig

05.05.14
Tommaso Landolfi: un inveterato giocatore

06.05.14
“Il piatto piange” di Piero Chiara: la partita a carte
“I giocatori” di Nanni Delbecchi: le donne e le slot machine

Letture a cura di Daniele Monachella

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