Si riparano strappi alla regola 

Originale radiofonico di Manlio Santanelli

Da lunedì 25 maggio a venerdì 5 giugno 2020 ore 13:30

Con Marco Cortesi (il Riparatore) e Laura Zeolla (Segretaria) e con Margherita Coldesina, Augusto di Bono, Antonio Ballerio, Jasmin Mattei, Igor Horvat, Anna Galante, Margherita Saltamacchia, Federico Caprara
Tecnico del suono: Yuri Ruspini
Regia: Flavio Stroppini
(NUOVA PRODUZIONE RSI 2019 – Giorzi)

 

I principi che regolano la vita dell'uomo possono essere di natura interiore o di origine relazionale. In entrambi i casi siamo costretti a seguire un percorso di guerra, entro il quale ogni passo va ponderato, onde evitare di infrangere una o più regole che, in omaggio all’immagine adottata, hanno la nefasta funzione di mine antiuomo, pronte ad esplodere al primo impatto. Per nostra buona sorte le polveri contenute in quelle mine-regole col tempo si sono bagnate, e molto di rado svolgono quella loro funzione. Aggiungi che gli artificieri che le confezionano spesso e volentieri sono i primi a calpestarle impunemente. Ma, ahimè, l’uomo è un essere dotato di una morale, che a volte sembra sonnecchiare, ma alla prima occasione si ridesta e si manifesta attraverso un sesto senso: il senso di colpa. E questo sesto senso è ‘l’inquilino’ più scomodo con cui coabitare.Per consentire all’uomo di vivere senza troppi patemi, e operare al riparo dall’ossessione di commettere strappi alla regola, qui si propone un singolare esercizio commerciale, una sorta di artigianato alquanto simile al restauro, che viene in soccorso a chi, con intenzione o senza, ha strappato una regola.

In un ufficio presieduto da un funzionario il “Riparatore”, si ricevono “clienti-strappatori” che hanno operato uno strappo ad una regola impostagli, o che si erano imposti da sé. Dopo un’indagine mirante ad identificare lo strappo, dietro adeguato compenso, il Riparatore (interpretato da Marco Cortesi, diretto da Flavio Stroppini), si assume l’onere di ristabilire l’ordine turbato, restituendo allo strappatore la sua regola ‘rimessa a nuovo’.

Nata nel solco delle poetiche teatrali del secondo Novecento europeo, la sua drammaturgia si fonda su una quotidianità tipicamente contemporanea regolata dalle nevrosi, le incomprensioni, le indecisioni, le fragilità che stanno diffondendosi a macchia d’olio nella società. Un ulteriore dimostrazione del genio scrittorio di Manlio Santanelli, che ancorandosi alla realtà, esprime ansie e turbamenti di cui il nostro tempo ci fa sgradito dono.

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