Domenica in scena

Imilla, la vendetta del comandante

Originale radiofonico di Guido Piccoli

  • Radiodrammi
Monika Ertl

Domenica 13, 20 e 27 dicembre 2020

Con Marco Balbi (Hans Ertl), Margherita Coldesina (Monika Ertl), Anahì Traversi (Katharina Ertl) e con Claudio Moneta, Massimo Loreto, Tatiana Winteler, Mario Cei, Max Zampetti, Augusto di Bono, Marco Cortesi, Antonio Ballerio, Riccardo Buffonini, Davide Gagliardi

Regia Guido Piccoli

Tecnico del suono Yuri Ruspini

Produzione Francesca Giorzi

(PROD RSI 2020)

Riascolta qui le puntate

  • Imilla, la vendetta del comandante (1./3)

    Domenica in scena 13.12.2020, 18:35

  • Imilla, la vendetta del comandante (2./3)

    Domenica in scena 20.12.2020, 18:35

  • Imilla, la vendetta del comandante (3./3)

    Domenica in scena 27.12.2020, 18:35

Una storia sbalorditiva, quella di Monika Ertl. Per diverse ragioni. Innanzitutto per le avventure che racconta, fatte di eventi storici drammatici, guarniti di amori e passioni come di grandi odi e crudeltà.

Per la potenza del suo personaggio principale: la bella, coraggiosa e intelligente Monika Ertl, tanto radicale nelle sue decisioni da passare da adolescente beneducata a giovane sposa di un industriale tedesco e poi da operatrice umanitaria a guerrigliera dal nome di battaglia Imilla fino a diventare sicario internazionale.

Per la notorietà degli altri protagonisti.

Come Hans Ertl, il padre di Monika, burbero ma a suo modo premuroso, soprannominato “il fotografo di Hitler” per i suoi reportage bellici e ancora famoso per vari film documentari sui luoghi sacri delle Ande. O il suo amico Klaus Barbie, criminale nazista, passato alla storia come “il boia di Lione”, fuggito in Bolivia per collaborare con i servizi segreti del paese sudamericano e degli Usa.

Come Giangiacomo Feltrinelli, l’editore italiano che un anno prima di finire dilaniato su un traliccio alla periferia di Milano, fornì a Monika l’arma usata per vendicare Che Guevara, che sulle montagne boliviane aveva trovato la morte.

Come il colonnello Roberto Quintanilla, il maggiore responsabile della morte del Che, al quale fu assegnato il consolato boliviano ad Amburgo, per metterlo al riparo da una vendetta, che sarebbe comunque arrivata per mano di Monika.

O come il sociologo francese Regis Debray, che dopo aver scontato tre anni di carcere in Bolivia per aver collaborato col Che, pianificò con Monika il sequestro di Barbie, grazie al finanziamento di Feltrinelli. E tanti altri ancora.

Tutti personaggi di una storia tanto straordinaria da sembrare incredibile, nonostante sia documentata e avvalorata da testimonianze e scritti diversi.

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