Il giardino di Albert

Polarquest

di Clara Caverzasio

  • 6 settembre 2018, 13:35
  • Scienza e tecnologia
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IL GIARDINO DI ALBERT
Giovedì 06 settembre 2018 alle 11:35
Replica alle 23:33
Replica sabato 08 settembre 2018 alle 18:00

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Il giardino di Albert 06.09.2018, 13:35

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A bordo di Nanuq (orso bianco in lingua inuit), un veliero completamente ecosostenibile ed autosufficiente di 18 metri costruito in un giardino di Ginevra, un manipolo di scienziati - sotto la direzione della giornalista artica e antartica Paola Catapano (del gruppo comunicazione del CERN di Ginevra), - ha solcato per due mesi le acque dell'Artico, tra orsi bianchi, beluga, microplastiche e scioglimento dei ghiacci, a caccia di risposte al grande enigma del Cambiamento climatico e alla ricerca dei resti del dirigibile Italia.

Si tratta di Polarquest2018, un’avventura scientifica iniziata il 1. di luglio e che si è conclusa il 04 settembre, che si era prefissata tre obiettivi scientifici: studiare i raggi cosmici, raccogliere dati sulle microplastiche disperse in mare - anche a quelle latitudini! - e fare telerilevamenti geografici per modellizzazione 3D e raccolta dati su fauna e coste. Una missione che aveva però anche lo scopo di individuare tracce del relitto scomparso del dirigibile Italia - precipitato nei pressi delle isole Svalbard il 25 maggio del 1928 - in un'area circoscritta rispetto alle coordinate dell'incidente, grazie a un sonar di nuova concezione per la scansione tridimensionale ad alto livello di dettaglio del fondo marino, ad oggi scarsamente cartografato. Abbiamo raggiunto Paola Catapano a metà del viaggio, il 03 di agosto, quando il Nanuq era attraccato a Longyearbyen, la città più a nord del mondo, capitale dell’arcipelago delle Svalbard.

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