Il giardino di Albert

RIICE: tecnologia ticinese a favore dei contadini di tutto il mondo

di Clara Caverzasio

  • 14 September 2017, 11:35
  • Tecnologia
RIICE: tecnologia ticinese a favore dei contadini di tutto il mondo
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IL GIARDINO DI ALBERT
Giovedì 14 settembre 2017 alle 11:35
Replica alle 23:33
Replica sabato 16 settembre alle 18:00

In replica giovedì 16 novembre 2017 alle 11:35

Sconvolgimenti naturali, inondazioni e siccità, sempre più frequenti in tutto il mondo, sono accompagnati da costose operazioni umanitarie. Ma spesso i destinatari ne beneficiano con mesi di ritardo. Come rendere più tempestivi gli aiuti? La risposta è RIICE, un progetto promosso dalla Agenzia per lo sviluppo e la cooperazione della Confederazione. Nucleo del progetto è la tecnologia satellitare d’avanguardia, sviluppata da una ditta ticinese, Sarmap, che integra immagini del globo terrestre ad altissima risoluzione, fornite dall’Agenzia spaziale europea, con modelli di simulazione di crescita delle piante. Un monitoraggio che permette di ottenere informazioni attendibili sullo stato delle coltivazioni, sull’estensione delle aree coltivate e sulla crescita del raccolto, e di prevedere con largo anticipo i possibili danni e le perdite del raccolto dovute a siccità e inondazioni. Informazioni fondamentali per l’ottenimento di microassicurazioni. In India, dove RIICE è attivo da alcuni anni, 203’000 piccoli contadini hanno ricevuto un risarcimento per i danni causati dalle avversità del clima. Un risarcimento versato addirittura in anticipo rispetto ai tempi del raccolto, grazie alle sole previsioni di RIICE. Non a caso a mettere in opera il progetto è stato direttamente il governo indiano, grazie alla tecnologia e all’aiuto svizzeri.

Nel “Giardino di Albert” di giovedì 14 settembre, l’ambasciatore Pio Wennubst, vicedirettore dell’Agenzia per lo sviluppo e la cooperazione e capo del settore cooperazione globale, e Francesco Holecz, geografo, esperto in telerilevamenti e cofondatore della Sarmap, ci spiegheranno come funzionano questa tecnologia e questo nuovo approccio all’aiuto umanitario, e soprattutto quanto l’informazione geo-digitale possa essere importante in questi tempi di cambiamento climatico.

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