Lunedì 4 e martedì 5 dicembre 2023
In confronto all’ondata migratoria che giunse in Europa nel 2015, oggi i flussi di profughi provenienti da numerosi Paesi hanno ormai i connotati di un fenomeno strutturale, al quale l’Unione Europea non è ancora riuscita a dare risposte.
Oltre alla traversata del Mediterraneo, una delle rotte più battute è quella balcanica. Data la sua posizione, l’Austria è il principale punto di sbocco del percorso che risale dalla Turchia e si dirama nei Paesi dei Balcani occidentali come un inarrestabile delta interno, su su fino all’Austria appunto, che nel 2022 ha visto un aumento di ingressi clandestini del 180% rispetto al 2021 e che nonostante una flessione nella prima parte del 2023, continua a far registrare consistenti arrivi attraverso la ex Jugoslavia.
Negli ultimi otto anni a poco sono valse barriere e misure contenitive lungo la rotta balcanica: le bande di trafficanti reagiscono rapidamente ai cambiamenti e semplicemente trovano nuovi varchi per chi vuole raggiungere l’Unione Europea. Del resto la ferrea volontà di fuggire da situazioni di vita insostenibili è più forte di qualsiasi legge, di qualsiasi provvedimento, di qualsiasi respingimento.
Come già nel 2015, anche nell’ultimo scorcio del 2023 Flavia Foradini è andata a Traiskirchen, il maggiore centro di prima accoglienza in Austria.
Per sondare cosa sta accadendo sui rami della rotta balcanica verso l’Unione Europea, ha raccolto le testimonianze di migranti nel limbo della procedura di richiesta d’asilo, di ex-richiedenti asilo che si sono rifatti una vita, di volontari attivi per associazioni benefiche, di esperti in tema di migrazioni verso l’Europa. Ciò che emerge è un mosaico di schegge di vite sospese fra disperazione e speranza.
Sulla rotta balcanica
Sulla rotta balcanica
Laser 04.12.2023, 09:00
Sulla rotta balcanica
Laser 05.12.2023, 09:00