Oggi, la storia
Lunedì 15 febbraio 2016 - 07:05
Il 5 di febbraio del 1505 nasceva a Glarona Aegidius Tschudi, uno dei più importanti storici dell'antica Confederazione del Rinascimento. Tschudi si formò dapprima alla scuola latina di Glarona, dove insegnava il futuro riformatore zurighese Ulrich Zwingli, all'epoca parroco della città, e in seguito in un internato a Basilea sotto la guida dell'umanista Glareano.
Tschudi fu a lungo attivo come politico: la sua carriera cominciò come Landamano a Sargans, per divenire poi Vicelandamano e Landamano nel suo cantone di origine. Fu spesso anche attivo come ambasciatore alla dieta federale di Baden, dove ebbe modo di scoprire le rovine romane di Vindonissa, che attirarono la sua curiosità di storico. Convinto sostenitore dei cantoni cattolici, Tschudi fu un erudito universale, che passò la vita a raccogliere documenti storici delle diverse regioni, in un periodo caratterizzato dalla diffusione della Riforma.
Tra i suoi lavori di storico dobbiamo nominare l'Alpisch Rhetia, pubblicata a Basilea nel 1538. Si tratta di un'opera estremamente interessante e che riscosse, al momento della pubblicazione, un notevole successo. L'autore descrive le alpi (non solo quelle retiche), che conosceva bene grazie a un lungo viaggio alpino effettuato nel 1524, traendo ispirazione, da buon umanista, dalle opere geografiche classiche, tra cui quelle di Polibio e di Pomponia Mela.
Importante sarà anche la sua opera postuma, una cronaca storica della Confederazione, data alle stampe tra 1734 e il 1736 dal giurista basilese Johann Rudolf Iselin (1805-1779). Che sia stato Iselin a promuovere un'edizione critica di Tschudi non è un caso: si tratta, infatti, di una figura centrale della vita culturale basilese ed elvetica del tempo. Noto come grande conoscitore della storia nazionale, Iselin fu redattore della Basler Zeitung, e professore di diritto all'università di Basilea.
L'opera storica di Tschudi è per noi ancora oggi molto significativa perché contiene la versione della storia di Guglielmo Tell che ispirò l'opera omonima di Friedrich Schiller e che conobbe nell'Ottocento, durante i moti liberali, un successo notevole.