Oggi, la storia

Un’antica lettera a un amico

di Mariateresa Fumagalli

  • 26.02.2016, 08:05
Cristianesimo, Chiesa, Cristo
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Oggi, la storia
Venerdì 26 febbraio 2016 - 07:05

In questi giorni ho riletto, non per caso, un testo che in passato è stato al centro dei miei studi.
Chi lo legge per la prima volta ne avvertirà immediatamente, sono sicura, l’attualità e il fascino. Parlo della Lettera a Diogneto scritta quasi duemila anni fa in lingua greca da un intellettuale cristiano e indirizzata a un personaggio pagano, reale o immaginario.

Dalla lettera emerge il profilo del mondo del II secolo nel quale i cristiani - sulla scena della storia da neppure duecento anni - non sono ancora la maggioranza come avverrà, ma vivono mescolati ai pagani in città multietniche lungo le coste del Mar Mediterraneo.
Leggiamo in questo scritto parole sorprendenti: “I cristiani non si distinguono né per nazione, né per lingua, né per costumi dagli altri uomini. Infatti, non abitano città proprie, non usano un gergo differente, non conducono un genere di vita speciale… Pur vivendo in città greche e barbare e adeguandosi ai costumi del luogo negli abiti e nel cibo, essi testimoniano un metodo di vita mirabile e indubbiamente paradossale. Abitano nella loro patria, ma come stranieri; partecipano a tutti i doveri cittadini e come stranieri tutto sopportano. Ogni terra straniera è patria per loro, e ogni patria è per loro straniera…Obbediscono alle leggi stabilite nel paese dove vivono ma con la loro stessa vita le superano”.

Il testo è talmente bello che chi sta ascoltando perdonerà la lunghezza della citazione. Bello, perché? Il profilo del credente che ne esce è quello proprio di uomini che vivono la loro fede in modo interiore e personale, al di là dei riti collettivi, dei culti e dei segni esteriori: uomini che si muovono nel mondo pur non appartenendo al mondo. Molti saranno d’accordo con me sul fatto che un atteggiamento di questo genere, intimo e profondo, favorisce il dialogo con i credenti di altre fedi aprendo la strada alla pace religiosa alla quale aspiriamo oggi come in quel lontano passato.

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