SPECIALE BIRDLAND
Da lunedì 06 a venerdì 10 aprile 2015 alle 16:00
Billie Holiday (1915-1959) a cento anni dalla nascita
Contenuto audio
Billie Holiday (1./5)
Speciali 06.04.2015, 18:00
Billie Holiday (2./5)
Speciali 07.04.2015, 18:00
Billie Holiday (3./5)
Speciali 08.04.2015, 18:00
Billie Holiday (4./5)
Speciali 09.04.2015, 18:00
Billie Holiday (5./5)
Speciali 10.04.2015, 18:00
Il 7 aprile 1915 - cent’anni or sono - nasceva a Baltimora Eleanora Fagan, nota in seguito con il nome d’arte di Billie Holiday.
In una carriera durata dai primi anni ’30 fino alla scomparsa nel 1959, Billie Holiday si è affermata come una delle più grandi cantanti del jazz classico, per il timbro di voce, per l’inflessione e la capacità di giocare con il tempo, per le doti di interpretazione, per l’emozione che scaturiva dalle sue performances assolutamente unica.
Infanzia molto difficile, con genitori assenti (chi volontariamente – il padre , chi per necessità – la madre, stabilità a New York per sbarcare il lunario), la giovane Billie si avvicina al mondo dei club di Harlem, prima come ballerina e subito dopo come cantante, per abbandonare quello della prostituzione in cui era entrata giovanissima. Èil grande produttore John Hammond a notarla e a lanciarla nel mondo della musica, facendola collaborare prima con Benny Goodman, poi con il pianista Teddy Wilson. Il successo definitivo arriva quando entra in contatto con Count Basie, Artie Shaw e e Lester Young, tre musicisti di prima grandezza che contribuirono non poco a farla diventare la star che conosciamo.
Un vita segnata da droga, alcool e problemi finanziari non le hanno impedito di lasciarci alcune delle pagine più belle e significative del jazz di tutti i tempi. Le sue interpretazioni di canzoni come A fine Romance, Summertime, Pennies from Heaven, più tardi di Lover Man, You go to my Head, Strange Fruit o ancora di brani per cui scrisse il testo quali God bless the child, Don’t explain, Lady sings the Blues restano di diritto nella grande storia delle musica afroamericana.
Riccardo Bertoncelli ci propone il suo personale racconto, scandito da questa grande musica, della vicenda artistica e umana di Lady Day, il “nobile” nomignolo coniato dal grande amico Lester Young per distinguere la Holiday nel difficile mondo della musica di quegli anni.