Millevoci: Quella clausola che non piace a Pro Senectute
Gli anziani sono stati discriminati durante e dopo la pandemia? Questa è tra le domande più frequenti e più d’attualità emerse nel corso di questi lunghi mesi di crisi e di restrizioni, limitazioni che hanno riguardato soprattutto le persone “over65” e che andavano nella direzione di salvaguardarle e di proteggerle. Ma si è esagerato con le misure di tutela? Ad esempio, secondo Pro Senectute Svizzera, è sbagliato considerare tutti gli anziani, indistintamente, una categoria a rischio.
Proprio recentemente Eveline Widmer-Schlumpf, presidente dell’associazione e già consigliera federale, ha spiegato la volontà dell’organizzazione di apportare delle correzioni alla legge COVID-19, sottoscritta dal Consiglio federale a fine giugno, cambiando il testo e non facendo più riferimento ad un’età specifica, ma parlando in generale di "persone particolarmente vulnerabili".
Secondo Pro Senctute la situazione attuale, la consapevolezza di ciò che è capitato, la conoscenza della propagazione del virus e l’elevata quantità di giovani anziani in buona salute impongono la cancellazione di questa norma che raggruppa oltre un milione e mezzo di persone in una categoria a rischio, una disposizione che si basa soltanto sull’età e che è quindi discriminatoria e troppo restrittiva per le libertà degli over 65.
E proprio per non “ghettizzare” nessuno, sostiene ancora Pro Senctute, va considerata anche la salute psichica e sociale degli anziani, già sottoposti a un lungo periodo di divieti e di vita in disparte.
Sulle vere o presunte discriminazioni che molti anziani hanno vissuto in prima persona e su come oggi si dovrebbe affrontare il tema delle restrizioni, ci soffermiamo nella puntata di Millevoci
Ospiti:
Laura Tarchini, portavoce di Pro Senctute Ticino
Franco Tanzi, medico geriatra
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