Il mistero dei capretti - di Igor Staeheli e Jonathan Van Lamsweerde
Una tradizione che si rinnova di anno in anno e che a Pasqua riappare puntuale nei piatti di molti ticinesi: il capretto. E in questi giorni basta guardarsi attorno per scoprire che le insegne che lo propongono in ristoranti e macellerie si sprecano. E sapete qual è la dicitura più ricorrente ? “Capretto nostrano”. Ma voi cosa pensate quando leggete “nostrano”?
Patti chiari lo ha chiesto a consumatori e addetti ai lavori e la risposta non lascia dubbi: allevato e macellato in Ticino. Ma sarà davvero così? Per dare una risposta una troupe di Patti chiari ha fatto irruzione in alcune macellerie, grotti e ristoranti del Ticino. Obiettivo: verificare se il capretto, venduto come nostrano, lo fosse per davvero. Il risultato lascia sconcertati. Ma cosa cambia direte voi? Il prezzo prima di tutto: un capretto nostrano costa molto di più, fino a tre volte di più, rispetto a quelli importati dalla Francia. Ebbene sì la Francia. E da lì che arriva la stragrande maggioranza dei capretti importati in Svizzera e qualche volta spacciati per ticinesi. Ma come sono stati allevati? Patti chiari è andato a verificarlo e ha scoperto numeri da capogiro: in un solo mattatoio, in questo periodo, vengono macellati fino a 5000 capretti al giorno. In Ticino invece si macellano ufficialmente 2000 capretti l’anno, ma il loro numero è almeno 5 volte superiore. Che fine fanno tutti gli altri? Chi li macella? E dove?
Un mistero che si infittisce di anno in anno e che a sua volta… è diventato parte integrante della tradizione ticinese, come ci hanno risposto alcuni allevatori.
Di cosa si tratta esattamente lo capirete durante la puntata di Patti chiari, nella quale saranno presenti in studio alcuni esercenti che sul menù del loro locale hanno scritto “capretto nostrano” ma che poi nel piatto servono carne proveniente da oltre Gottardo o dalla Francia. Come si giustificano? Saranno loro a animare la serata di patti chiari assieme ai rappresentanti dei macellai e degli allevatori ticinesi. Il pubblico sarà coinvolto con un sondaggio in diretta per capire cosa si intende, nell’accezione comune, con il termine nostrano. Un dettaglio non da poco, visto che i prezzi dei capretti, quelli sì, sono sempre “nostrani”.
Ovetti con sorpresa - di Riccardo Fanciola e Paolo Conti
Tutto ha avuto inizio da una segnalazione giuntaci in redazione. Una signora, una nostra telespettatrice, che ci scrive:
“mi chiedo se il consumatore sa dove viene fabbricata la cioccolata Lindt! Sono appena stata in un grande magazzino a comperare ovetti e coniglietti della suddetta marca, convinta di comperare un prodotto SVIZZERO da regalare a Pasqua ad amici e parenti. PS: amici anche italiani! Arrivo a casa e che cosa scopro?”
Il resto ve lo raccontiamo in trasmissione.
Scopri la serie
https://www.rsi.ch/s/703693