Tempo d'estate, di sole, tempo di magliette, t-shirt, cappellini e perché no, di indumenti da bagno. Ci vestiamo leggeri, andiamo al mare e in piscina e indossiamo sempre più, senza nemmeno accorgercene, indumenti prodotti nel lontano Oriente: made in China, India, Bangladesh.
È questa l'offerta che spopola anche nei negozi di marche famose come H&M, C&A, Zara, La Redoute. I prezzi spesso sono contenuti, ma sappiamo come sono stati prodotti questi indumenti?
Un'inchiesta svela i retroscena del grande mercato dei vestiti a basso prezzo. Pratiche di produzione nelle quali si sfrutta il personale, spesso minorenne, si utilizzano coloranti pericolosi, sostanze chimiche vietate in Europa che però spesso ritroviamo nei vestiti che indossiamo. Le conseguenze, raccontate dalle vittime, possono essere infiammazioni gravi, ma anche a lungo termine disfunzioni ormonali e, nel caso dei coloranti azoici banditi già da diversi anni, il tumore.
Il business delle magliette low cost, avviene spesso anche col beneplacito delle case produttrici, che fingono di non sapere e chiudono gli occhi sul meccanismo dei subappalti e sulla corruzione, che permettono ai produttori asiatici, al servizio delle grandi marche, di aggirare gli ostacoli e i divieti europei. Tutto raccontato in presa diretta, nelle fabbriche da dove arrivano le magliette e gli indumenti che indosseremo questa estate.
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