“Spesso si sente addirittura a disagio, ma ha un cuore d’oro”

Ci sono storie che solo lo sport sa regalare. E quella di Dominic Lobalu, fresco campione europeo nei 10’000m a Roma, è una di quelle. Scappato dal Sudan del Sud a soli nove anni a causa della guerra, che gli ha portato via parte della famiglia, l’oggi 25enne ha trovato casa in Svizzera. Una Nazione in cui ha ottenuto l’asilo politico nel 2019, dopo un trascorso di due anni in Kenya tra gli Atleti Rifugiati del CIO. La corsa, insomma, era l’unico modo per scappare dalla povertà e garantirsi una vita degna di tale nome. Così è stato, grazie alla sua forza di volontà e ad una chiamata, quella ricevuta da Markus Hagmann - suo attuale allenatore - dall’ufficio immigrazione. “Qui c’è un ragazzo che vorrebbe solo correre”, gli ha detto qualcuno dall’altra parte del telefono.

Quel ragazzo, oggi, non solo ha conquistato la Svizzera, ma l’intera Europa. Eppure i ricordi più belli sono altri. “Quando l’ho incontrato per la prima volta ho subito capito che si trattava di una persona con un passato drammatico, ma che in fin dei conti cercava solo aiuto e un’opportunità. L’atletica per lui è stata questo: un sostegno per inserirsi in un ambiente e in un gruppo”, ha spiegato il suo coach riavvolgendo il nastro della sua fantastica storia. Inevitabile, tra i due, un legame che va oltre lo sport: “So che ha avuto parole molto belle nei miei confronti, mi rendono felice. È vero, faccio molto per lui, ma allo stesso tempo lui fa molto per me, anche se forse non se ne rende conto. Siamo un team e il nostro è un rapporto speciale: c’è fiducia e totale sintonia”.