A distanza di due giorni, Marco Tadè stenta ancora a digerire quel 18o posto nelle gobbe. Salpato alla volta della Cina con ambizioni di podio, il ticinese ha voluto analizzare più a freddo la propria performance, anche se la sensazione di fondo è sempre la stessa. "Sì, sento di essere andato tanto distante da quello che volevo, il risultato parla da sé - ha commentato il 26enne nello studio con Pietro Filippini - Gli obiettivi non erano troppo alti. In condizioni giuste, e con i presupposti giusti, credo fossero fattibili. In questi giorni tuttavia non ci sono mai stato, soprattutto in gara".
Sicuramente essere privato dell'allenatore non è stato l'ideale, ma non è quello il problema vero
Marco Tadè
In merito al futuro, tante rimangono le incognite. L'intenzione, per il momento, è quella di proseguire almeno per un'ulteriore stagione: "Nulla è deciso, non devo farlo adesso. Forse lo farò a giugno o luglio, o magari a dicembre. Prendiamoci il tempo e vediamo come va". Vedremo se ci sarà dunque spazio per un'altra Olimpiade; nel frattempo, malgrado l'amarezza per i traguardi non raggiunti a livello sportivo, Pechino lascerà anche piacevoli ricordi nella testa dell'atleta: "Porto a casa l'esperienza. Essere nel villaggio, poter vedere altre gare è qualcosa di particolare. I Giochi, in sé, sono davvero stupendi".