Non capita spesso di vedere Pierluigi Tami alterato. Ma questa volta il direttore delle squadre nazionali svizzere ha parlato con voce ferma e tono severo. In conferenza stampa, interrogato su Noah Okafor, non ha nascosto la propria delusione. L’attaccante del Leeds United aveva rilasciato nei giorni scorsi una lunga intervista, lamentando la mancanza di contatti con la Federcalcio svizzera (ASF) e manifestando amarezza per il suo ruolo marginale. Parole che non sono piaciute a Tami, soprattutto in un momento cruciale per la squadra. “Mi ha deluso leggere le sue parole, soprattutto in questo momento. La squadra ha bisogno di positività: le sue dichiarazioni sono fuori luogo e non portano nulla. Avrebbe potuto alzare il telefono e chiamare il nostro commissario tecnico, non esporsi sui media in un momento così importante”, ha commentato Tami.
Io sto con Murat Yakin, al 100%. Tutti i giocatori devono essere allineati con l’allenatore, conoscere il proprio ruolo e accettarlo
Il dirigente ha poi aggiunto: “Non è tempo di esperimenti”. Tami ha spiegato di aver parlato con Okafor nelle ultime ore per chiarire la posizione della federazione. Nessuna richiesta di scuse formali, ma un invito chiaro a cambiare atteggiamento. “In passato Noah ha avuto qualche difficoltà, ma eravamo noi ad aspettarci qualcosa da lui. Per ricevere una convocazione servono due cose: prestazioni e identificazione con le esigenze dell’allenatore. Mi aspetto da lui pazienza e umiltà”. Il rapporto tra il 25enne e la Nazionale svizzera è oggi ai minimi storici, ma la porta non è chiusa. Tami ha ricordato che tutti conoscono il valore dell’attaccante, ma per tornare a vestire la maglia rossocrociata servirà molto più che qualche gol. Il messaggio è chiaro: il gruppo viene prima di tutto.

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