A un passo da un record che sembrava inavvicinabile

Per chi c’era e per chi non c’era, l’edizione di Crans-Montana 1987 è nella mente di tutti come qualcosa di straordinario e irraggiungibile. Fino ad oggi. La Svizzera targata 2025 è andata a sfiorare quella clamorosa impresa, potendo usufruire di una gara in più (11 al posto di 10) ma dovendo far fronte a una concorrenza che negli anni è diventata più agguerrita e varia. Saalbach 2025 si chiude con 13 medaglie, 5 delle quali d’oro per i rossocrociati. In Vallese 38 anni fa i titoli erano stati 8 e i podi in totale 14.

Loïc Meillard, Camille Rast, Franjo von Allmen, Marco Odermatt, e ci mettiamo anche Wendy Holdener con i suoi tre argenti e la nostra Lara Gut-Behrami per ciò che ha fatto in carriera, si sono conquistati sin d’ora un posto nella leggenda dello sci svizzero come a suo tempo Pirmin Zurbriggen, Peter Müller, Maria Walliser, Vreni Schneider, Erika Hess, e ci aggiungiamo pure Michela Figini (doppio argento nella velocità). La portata di questo risultato di squadra è clamoroso, se si pensa che l’ultima volta che una Nazionale aveva raggiunto un tale bottino di podi era stata l’Austria nel 1999 (pure con 5 ori su 13 medaglie).

Nella gara con l’ambiente più infuocato di questi Mondiali, soprattutto per la presenza dell’idolo di casa Manuel Feller (il 32enne ha masticato amaro con lo scomodo 4o posto), Meillard si è imposto con il suo sangue freddo e la sua sciata precisa, composta ma decisamente veloce. Il 28enne, spesso nell’ombra di Odi negli ultimi anni ma che non ha mai mollato, si porta così a casa una terza medaglia dopo quella d’oro con Von Allmen nella combinata a squadre e il bronzo in gigante. Per il neocastellano c’è pure l’onore di andare a succedere a Georges Schneider, vincitore nel 1950 (!), come ultimo svizzero iridato nello slalom. Se questo è un sogno non svegliateci fino a Crans-Montana 2027, sperando che si possa svolgere regolarmente nonostante i ricorsi. Sarebbe davvero un peccato dover cedere l’organizzazione a un altro paese...