La scorsa stagione è stato fermato soltanto a Parigi da Stan Wawrinka, quest'anno Novak Djokovic (ATP 1) sembra proprio intenzionato a riprendere il discorso da dove lo aveva lasciato. Il serbo ha dominato la finale degli Australian Open (la sua quinta consecutiva nel circuito dei major), battendo - un forse troppo "spompato" - Andy Murray (2) per 6-1 7-5 7-6 (7/3) in quasi tre ore di partita. Per il numero uno al mondo si tratta dell'undicesimo Slam in carriera, nonché del sesto titolo a Melbourne, dove non ha mai perso una volta arrivato all'ultimo atto.
Per lo scozzese, reduce dal quinto set con Milos Raonic (14) e con un giorno in meno per recuperare, il match è iniziato nel peggiore dei modi con due turni di servizio persi e Nole che si è portato velocemente sul 5-0. Con il primo set incamerato, il balcanico ha rotto l'equilibrio nel settimo game della seconda frazione, ma il britannico è apparso più combattivo, grazie anche a una forte riduzione degli errori non forzati, ed ha ottenuto il suo primo break nel gioco successivo, per poi di nuovo crollare sul 5-5 e vedere l'avversario andare sul 2-0.
Con l'orgoglio Murray è rimasto a galla anche nel set decisivo, nel quale di nuovo ha dovuto pareggiare con un break l'allungo del Djoker, che poi lo ha letteralmente surclassato nel tie-break.
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Australian Open, la finale