C'è un uomo in mezzo al campo. Ha le scarpe slacciate, la tuta stretta in vita da un cordino. Dopo aver fatto qualche esercizio per scaldarsi i muscoli raccoglie un pallone. Inizia lo show. È il 17 maggio del 1989, siamo al Neckarstadion di Stoccarda, nell'impianto risuona "Live is life" degli Opus. È una scena che diventerà iconica e leggendaria, perché quell'uomo in mezzo al campo, che presto porterà la sua squadra a trionfare per la prima volta in una competizione europea, è ovviamente Diego Armando Maradona. El Pibe de Oro sta per trascinare il Napoli alla conquista della Coppa UEFA. E in quel Napoli c'è un giocatore che, come tutti i suoi compagni, ha l'onore di scendere in campo al fianco del più grande di tutti. Ma, proprio da quel "più grande di tutti", da colui che alcuni chiamano addirittura Dios, è stato letteralmente travolto. Dall'uomo, dalla sua grandezza, ma soprattutto dalle sue debolezze, dai suoi vizi. Questa è la storia di Giuliano Giuliani.
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