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La rabbia di "Bibi"

Il premier israeliano accoglie negativamente l'accordo sul nucleare iraniano - Le considerazioni

  • 14.07.2015, 14:32
  • 07.06.2023, 10:43
In uno scatto del 2012 entrato nella storia

In uno scatto del 2012 entrato nella storia

  • reuters

Da Israele, Michele Giorgio

Israele non si rassegna all'accordo sul nucleare iraniano. Per il premier Benyamin Netanyahu ("Bibi") le intese di Vienna sono "un errore di portata storica" che, a suo dire, offriranno all'Iran l'opportunità di costruire ordigni atomici. Il primo ministro guarda con rabbia alla revoca delle sanzioni internazionali che, afferma, permetterà a Tehran di disporre in futuro di miliardi di dollari da utilizzare per espandere la sua influenza in Medio Oriente e per "sponsorizzare il terrorismo". Invece i leader dell'opposizione, pur preoccupati per le intese raggiunte a Vienna, puntano l'indice contro Netanyahu che, a loro dire, ha erroneamente scelto la linea dello scontro frontale con l'Amministrazione Obama mentre avrebbe dovuto adottare una politica più saggia in grado di influenzare le trattative.

C'è chi è favorevole

Sul pericolo effettivo del programma nucleare iraniano per la sicurezza e addirittura l'esistenza di Israele, le opinioni sono diverse. All'interno dello stesso Stato ebraico non mancano voci autorevoli – ex comandanti delle forze armate e dei servizi segreti - a favore dell'accordo. A preoccupare in realtà Israele, sostiene qualcuno, è la perdita parziale, a vantaggio dell'Iran, dell'egemonia strategica che ha mantenuto sino ad oggi nella regione (lo Stato ebraico è l'unico Paese in Medio Oriente a possedere segretamente armi atomiche).

La fine delle sanzioni economiche e dell'isolamento internazionale, unita al dialogo ora ben avviato con gli Stati Uniti, offrono a Tehran margini di movimento mai avuti dai tempi della rivoluzione khomeinista. Per questo è probabile che Netanyahu darà nei prossimi mesi una ulteriore spinta all'avvicinamento di Israele alle monarchie arabe sunnite ugualmente preoccupate dal programma nucleare iraniano e irritate dalla decisione di Barack Obama di raggiungere un compromesso con Tehran. Non è da escludere peraltro che il governo israeliano metta in atto la minaccia che agita da diversi anni di un attacco militare contro le centrali atomiche iraniane, anche se questa ipotesi ora appare meno concreta alla luce del consenso dei Paesi occidentali all'accordo di Vienna.

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