Falò, martedì 16 settembre, 20:40, LA 1

Smartphone vietati a scuola? Un approfondimento sulle motivazioni 

I giovani al centro della prossima puntata di Falò, tra uso eccessivo degli smartphone e la dura realtà di chi vive una diagnosi di tumore in tenera età

  • Oggi, 10:55
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Anteprima della puntata di Falò di martedì 16 settembre 2025

Falò 10.09.2025, 13:48

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I giovani sono il fulcro della puntata di Falò di martedì 16 settembre. Il settimanale di attualità, proporrà al pubblico due reportages su due tematiche molto diverse che, però, hanno come cuore pulsante il benessere e la salute di giovani e bambini.  


Il primo reportage, realizzato da Paola Santangelo e Andrea Campiotti, approfondisce una tematica resa particolarmente attuale dalla decisione dei rappresentanti del Centro di presentare un’iniziativa volta ad estendere il divieto di usare lo smartphone a scuola, già esistente alle medie, a tutte le scuole dell’obbligo. Tale decisione porrebbe il Ticino sulle orme di altri cantoni come Berna o di tanti altri Paesi.  


La proposta ruota attorno alla sempre più grande dipendenza che i giovani sembrano avere dagli smartphone e dai social media, così come il costante abbassamento delle età alla quale i più piccoli hanno accesso a queste tecnologie. Ormai la soglia è scesa intorno ai 10-11 anni, con tante conseguenze negative per bambini e adolescenti. Tale situazione ha, tuttavia, suscitato diverse reazioni. Tra queste, le iniziative dei genitori che, in autonomia o con il supporto di gruppi ed associazioni, si accordano per fissare un’età al di sotto della quale ai propri figli non sia consentito avere un loro smartphone. Se altri genitori, invece, decidono di non mettere un limite di età al possesso del cellulare, molti di loro optano per restrizioni sui tempi di utilizzo e un uso estensivo di strumenti come il controllo parentale, che consente alle mamme e ai papà di monitorare ed approvare l’attività digitale dei propri figli e le app che scaricano.  


Questi interventi, così come quelli delle autorità, vengono resi necessari dagli impatti negativi, anche pesanti, che social media e smartphone hanno sui giovani. Per citare un dato su tutti, in Svizzera il 7% dei giovanissimi utilizza i social in modo problematico. Ma non finisce qui, a livello medico, i pediatri riscontrano problemi di vista, di obesità per mancanza di movimento, di peggioramento della salute mentale, che può essere pesantemente influenzata dall’esposizione a video di violenza o altri contenuti estremi che passano attraverso le larghe maglie della rete dei sistemi di moderazione delle piattaforme.  


La salute dei più piccoli è al centro anche del secondo servizio, a cura di Renato Pugina, proposto durante la prossima puntata di Falò, che per il mese internazionale del cancro infantile propone un servizio sul tema. I tumori dell’infanzia rimangono, purtroppo, una realtà che colpisce ancora molte famiglie, gettandole in un calvario di diagnosi, cure ed incertezza che dura, spesso, diversi anni. In Svizzera esistono diversi Centri specializzati per il trattamento di queste malattie, tuttavia, è molto frequente che le famiglie della Svizzera italiana si trovino costrette ad andare a Zurigo per far curare i propri figli laddove le strutture sanitarie locali non siano in grado di fornire le cure adeguate alla situazione clinica del bambino. Questo porta da un lato a uno sconvolgimento totale della vita del piccolo paziente, che si trova in un mondo estraneo, circondato da persone che lo vogliono visitare e che, spesso, non parlano la sua lingua. Ugualmente, l’impatto sulle famiglie ha degli effetti molto pesanti, con i genitori che si trovano a dover trovare un equilibrio tra fornire ai propri figli le cure migliori e continuare a supportarsi economicamente attraverso il lavoro.  


Tra i tumori più comuni nei bambini ci sono varie forme di leucemia. Se, fortunatamente, le attuali conoscenze mediche portano a un tasso di sopravvivenza di oltre il 90% dei giovani pazienti, superare la malattia non è necessariamente la fine del percorso. Ed è qui che entrano in gioco associazioni, enti benefici e non profit che aiutano chi è guarito e chi ancora affronta il male a gestire la propria situazione a livello sociale, medico e assicurativo. Infatti, c’è un altro grande scoglio per chi vive questa dura esperienza: la burocrazia.   

13:49

Proteggere i giovani da smartphone e social network è un “imperativo globale”, secondo i dati scientifici

RSI Il Disinformatico 01.09.2025, 17:31

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