Emergenza climatica, perdita di biodiversità, crisi energetica, pandemie: molte delle principali sfide del presente hanno importanti implicazioni tecnico-scientifiche. In che modo la società può affrontare in modo razionale i problemi complessi del mondo moderno senza perdersi?
A correre in aiuto c’è la divulgazione scientifica, e cioè quel lavoro di mediazione svolto da giornalisti, ricercatori e più in generale dai comunicatori della scienza che accompagnano le informazioni dagli ambienti per addetti lavori verso un pubblico di non esperti. Oggi la scienza è sempre più in grado di uscire dall’ambito specialistico attraverso successi editoriali, musei interattivi, podcast e canali social specializzati, guadagnandosi l’attenzione e la fiducia di un pubblico di massa. E la divulgazione televisiva non è da meno.
In occasione della sua cinquecentesima puntata, il Giardino di Albert si guarda allo specchio e prova a ragionare su come la divulgazione scientifica sia cambiata nel corso degli ultimi anni: da cosa deriva questa voglia di scienza? Quali opportunità e quali rischi comporta l’avvento di internet e dei social media? E come coinvolgere le nuove generazioni?
Cornice della missione di Christian Bernasconi e Cecilia Broggini sarà l’Ideatorio di Cadro, luogo di mediazione scientifica che dal 2018, attraverso conferenze, esposizioni e progetti partecipativi, invita a riflettere sul ruolo della scienza nella nostra società ma anche nella vita di ognuno di noi. Uno spazio che, a conferma dell’interesse verso tematiche scientifiche, ha recentemente raggiunto il traguardo dei 200 mila visitatori.
Ospiti in puntata saranno il divulgatore televisivo e paleoantropologo Alberto Angela; la divulgatrice, autrice e supervisore scientifico per la Fondazione Umberto Veronesi Agnese Collino; e il responsabile dell’Ideatorio, nonché primo presentatore del Giardino di Albert, Giovanni Pellegri.
Non mancheranno alcune incursioni nei grandi temi della scienza, come quello della biodiversità urbana e delle api mellifere in città, della coltivazione spaziale di tessuti umani o della gestione del carico dei suoli agricoli. Scopriremo infine una scuola per comunicatori della scienza, una recente proposta del Politecnico federale di Zurigo rivolta a dottorandi, professori e ricercatori.