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"Sono il Direttore Sportivo di una bella squadra giovane"

Incontro con Paolo Petrocchi, nuovo responsabile del Dipartimento Sport RSI

  • 31.05.2022, 13:38
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Paolo Petrocchi, reponsabile Dipartimento Sport RSI

  • RSI/Loreta Daulte

Dal 1° maggio è partita per te una grande sfida professionale, raccogliendo il testimone di Enrico Carpani come responsabile Sport RSI. Come la stai affrontando? Emozioni?

Le emozioni non mancano di certo… ma sono certamente emozioni positive. In fondo - lo sappiamo tutti- lo Sport vive queste! Sto affrontando queste prime settimane con determinazione e convinzione, conscio dell’importanza del ruolo. Personalmente non posso che essere fiero del mio percorso e i quasi dieci anni vissuti al fianco di Enrico Carpani sono stati indubbiamente importanti sia livello personale che professionale. Poi l’enorme motivazione e le competenze delle colleghe e dei colleghi -interni ed esterni al Dipartimento Sport - non possono che trasmettermi un’energia immensa.

Con una metafora sportiva si può vedere il tuo ruolo come quello di un allenatore del team Sport RSI?

Più che allenatore… direi Direttore Sportivo. I veri allenatori sono i responsabili dei diversi settori (Produzione, TV, Radio e Multimedia). Nel mio ruolo cerco di fare di tutto per fare esprimere al meglio chi è direttamente sul campo. Il tutto chiaramente per il bene del pubblico. Poi posso contare su Tanja Valentin Celpi, Responsabile delle Produzione: una vice dalle indubbie qualità. Restando nel campo delle metafore… beh, non posso essere a capo di un club migliore e -ripeto- ne vado molto fiero.

L’età media di questa squadra si è molto abbassata in questi ultimi anni, sicuramente un bel segnale per il futuro.

Un bel segnale, certo! Non si può rinnovare senza puntare sui giovani e - parallelamente - sull’ esperienza e le capacità dei giornalisti più esperti. L’obiettivo è creare un mix vincente per mantenere alta l’asticella e continuare ad offrire al pubblico dei prodotti di qualità elevata. L’età poi conta fino ad un certo punto: lo sport è fatto di passione ed emozione e la capacità di viverle e di trasmetterle a chi ci segue in TV, Radio e online sono innate in molti dei nostri giornalisti. E non può essere altrimenti.

Classe ’78 come Buffon, e si dice che la tua carriera calcistica fosse molto promettente in gioventù…

Buffon? Da “tifoso” del Torino e del Milan non mi ha mai fatto impazzire (ride)! In gioventù ci sono moltissimi atleti promettenti, poi per scelte di vita o semplicemente perché non ci sono le qualità per emergere i percorsi personali si sviluppano altrimenti. Ma non essere riuscito a fare il salto è stato determinante per la mia crescita come uomo e professionista. Diciamo che a 18 anni non avevo la necessaria personalità, personalità che si è poi palesata negli anni successivi. E va benissimo così.

Adesso sei più uno sportivo da poltrona oppure pratichi ancora qualche sport?

Adoro lo sport da divano… una sorta di rilassamento muscolare (ride). Sono un pessimo sportivo praticante, ma mi sono ripromesso di darmi una svegliata. Anche perché mi piacerebbe tornare a dare una mano ai miei super compagni dei Seniori del Lugano.

Il tuo sportivo preferito?

Ho adorato Ruud Gullit… ricordo quando da piccolo lo inondavo di disegni, sperando in una sua risposta che non è mai arrivata. Poi… beh… c’è Roger Federer: al di là delle sue vittorie, è e resterà inarrivabile in mille cose. Classe e signorilità pazzesche.

Sei tifoso?

Amare lo sport significa essere tifosi. Il lavoro che faccio mi ha comunque portato, nel corso degli anni, a scoprire lati dello sport non sempre simpatici o comprensibili. Ma fa parte del gioco e bisogna accettarlo, attrezzarsi e sforzarsi per continuare a viverlo - perché no - come quando da piccoli si aspettavano le gare di Pirmin Zurbriggen o si ammiravano dagli spalti i campioni di casa nostra. Mai dimenticherò le attese a Cornaredo per riuscire ad ottenere un autografo dai giocatori bianconeri o dalle star delle altre squadre. Questo “romanticismo” continua e personalmente - pur con tutti gli obblighi che il mio nuovo ruolo mi impone - continuerò a viverlo. Perché lo sport è anche questo. Non ho dubbi: la gioia e le emozioni vissute lo scorso 15 maggio a Berna nella finale di Coppa Svizzera resteranno per sempre nel cuore mio e di decine di migliaia di ticinesi (e non solo).

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Da sinistra a destra, il nuovo gruppo dirigente dello Sport RSI: Andrea Mangia (vice responsabile TV), Paolo Pelloni (responsabile Multimedia), Giacomo Moccetti (responsabile Redazione TV), Tanja Valentin Celpi (responsabile della Produzione, sostituta del Capo Dipartimento), Davide Vidoroni (vice responsabile TV), Omar Gargantini (responsabile redazione Radio, coordinatore giornalistico redazioni Radio e Multimedia), Paolo Petrocchi (responsabile Dipartimento Sport)

  • RSI / Loreta Daulte

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