Steve Lacy
Birdland

Steve Lacy, sassofonista, compositore, performer (1./5)

Con Marcello Lorrai

  • Wikipedia
  • 17.3.2020
  • 25 min
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Da lunedì 16 a venerdì 20 marzo 2020

Nel jazz moderno quella di Steve Lacy è una figura di riferimento per il rilievo che ha dato, nelle proprie incisioni ed esibizioni dal vivo, alla musica di Thelonious Monk, una dedizione che ha aperto la via al riconoscimento del pianista fra le personalità più influenti della musica afroamericana del Dopoguerra.

Secondo aspetto rilevante del musicista statunitense è stato quello di essersi dedicato alla pratica esclusiva del sax soprano, il cui suono e le cui possibilità tecniche Lacy ha esplorato a tutto campo, dalle esibizioni in solitaria (di cui fu pioniere) a quelle in ampi ensembles.

Nato Steven Lanckitz a New York nel 1934, si era distinto dapprima in formazioni di jazz tradizionale, per poi essere catapultato nel jazz d’avanguardia grazie a Cecil Taylor nella seconda metà degli anni ’50. Un ambito che Lacy non abbandonerà più, soprattutto quando si stabilirà in Europa dal 1965 (e fino a due anni prima della scomparsa). Fu dapprima a Copenhagen, poi a Roma, dove suonò con Enrico Rava, Gato Barbieri e con Musica Elettronica Viva di Frederic Rzewski, finalmente dal 1970 a Parigi. Punto di riferimento della sua attività europea fu il sestetto cui diede vita, una formazione che si poteva ampliare o ridurre a seconda delle occasioni ma il cui nucleo rimase praticamente invariato nel corso degli anni.

Musicista tra i più amati e popolari della scena avanguardista, Lacy vanta una discografia sterminata e una serie di collaborazioni altrettanto impressionante: con Gil Evans, Miles Davis, Max Roach, con Carla Bley e la Jazz Composers Orchestra, con la Globe Unit, la Company di Derek Bailey, con i liberi improvvisatori tedeschi e olandesi, Giorgio Gaslini e gli Area di Demetrio Stratos. È scomparso a New York nel 2004.

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