Nel 1935, il Kunstmuseum di Lucerna, appena inaugurato, spalancava le sue porte a una mostra straordinaria: un trionfo dell’arte moderna con opere di maestri come Giacometti, Miró, Taeuber-Arp, Picasso, Braque, Calder e altri protagonisti dell’avanguardia. In un’Europa sempre più scossa dalle ombre del totalitarismo, mentre in Germania l’arte veniva marchiata come “degenerata”, Lucerna celebrava la libertà creativa in una cornice audace e controcorrente.
La mostra, intitolata con forza dialettica “Tesi, Antitesi, Sintesi”, si affermò subito come un evento epocale, ancora oggi ricordato con termini altisonanti: “leggendaria”, “inimitabile”, “insuperabile”. Eppure, la sua eccezionalità rende impossibile riproporla fedelmente: il livello stellare delle opere è una vetta difficile da eguagliare, soprattutto per un museo di medie dimensioni.
Ed è proprio da questa consapevolezza che nasce l’ambizione di oggi. Con il titolo Kandinsky, Picasso, Miró et al. di nuovo a Lucerna, il Kunstmuseum torna a far vibrare le corde dell’arte moderna, presentando opere presenti nel 1935 oppure selezionate come degne alternative alle originali oggi introvabili. Cinque anni di ricerche hanno scandagliato quasi cento opere, molte delle quali provenienti dagli anni Venti e Trenta, ora custodite nei più prestigiosi musei del mondo o in collezioni private.
Il Picasso, Mondrian e altri grandi grandi tornano a Lucerna
Telegiornale 04.07.2025, 20:00
Alcune opere sono purtroppo perdute, altre distrutte, e la documentazione superstite del 1935 è sorprendentemente esigua: al di là di un catalogo poco illustrato e di una cartella sparuta nell’archivio comunale, le tracce sono rare.
Tanto più straordinario, allora, è il risultato: numerose opere originali torneranno a Lucerna, pronte a dialogare con il presente. Questa nuova mostra è molto più di un’esposizione: è uno squarcio nella storia, che ci restituisce il fermento intellettuale, politico e culturale tra le due guerre mondiali. È anche una riflessione critica sull’identità del museo e sul modernismo stesso, che nel 1935 aspirava a opporsi a capitalismo e fascismo, ma lasciò fuori voci femminili e non europee. Sophie Taeuber-Arp fu l’unica donna ammessa, mentre l’opera di Barbara Hepworth venne respinta. Oggi, quest’ultima è finalmente celebrata con una presenza ampia e significativa.
La mostra non solo ripercorre la narrazione delle artiste escluse, ma ci invita a una nuova consapevolezza del contesto culturale. E allo stesso tempo, incanta: l’arte è prima di tutto emozione pura, e il Kunstmuseum di Lucerna ci regala un’esperienza sensoriale e vibrante.

Joan Miró, Peinture, 1925