Natura e architettura

100 progetti in 100 anni

Architettura del paesaggio: una selezione di progetti realizzati in Svizzera sono esposti a Villa Saroli a Lugano

  • 26 maggio, 08:46
  • 26 maggio, 10:17
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Di: Marco Pagani/Red. 

La mostra “100 progetti in 100 anni”, in corso a Villa Saroli e nella Limonaia a Lugano, celebra il centenario della Federazione Svizzera degli Architetti Paesaggisti attraverso una selezione di progetti realizzati in tutta la Svizzera.

Dalla creazione di parchi pubblici all’integrazione del verde nei contesti urbani, fino ai più recenti interventi legati alla sostenibilità e alla flessibilità climatica: l’architettura del paesaggio ha profondamente influenzato il modo in cui viviamo gli spazi aperti.

«Chi avrà voglia di visitare la mostra, troverà le tavole relative ai 100 progetti, con testi, immagini, disegni e piani. C’è anche una mappa della Svizzera che mostra la distribuzione geografica di questi progetti. Gran parte di essi sono concentrati tra Zurigo e Winterthur. Poi si individua anche un’altra polarità, nella, Svizzera romanda, attorno a Ginevra. Se dovessi scegliere un progetto di cui parlare, probabilmente sarebbe la passeggiata a lago a Zurigo. È un progetto degli anni 60 e rappresenta una tappa importante per l’architettura del paesaggio svizzero, perché gli architetti paesaggisti escono dai giardini e iniziano a progettare gli spazi pubblici, in particolare questa questa riva che è una riva interamente pedonalizzata».

Maja Leonelli – architetta paesaggista e curatrice della mostra

La mostra evidenzia l’evoluzione della professione dell’architetto paesaggista. Il primo passo di questa evoluzione sta proprio in questo non limitarsi a commesse private inerenti a giardini di ville o progetti legati all’edilizia residenziale, ma entrare nella città e nello spazio urbano.

«Percorrendo la mostra si possono vedere i progetti più diversi. Ci sono progetti di sistemazioni lungo l’autostrada, progetti di cimiteri, spazi pubblici come parchi lungolago e spazi verdi relativi ad edifici pubblici di vario tipo, quindi ospedali, palazzi dei congressi. Il fatto che l’architetto paesaggista nel tempo sia entrato sempre di più in dialogo con la realtà urbana e con gli spazi pubblici, questo, a livello macroscopico, è il fenomeno più notevole». 

Maja Leonelli – architetta paesaggista e curatrice della mostra

L’architetto paesaggista si trova oggi confrontato con la tematica della sostenibilità e della biodiversità, quindi deve in un qualche modo ripensare alla professione, non più legata soltanto ad aspetti formali, ma a una prestazioni ecosistemica e ambientale. Questo soprattutto in Ticino, dove il tema della piante esotiche genera dei conflitti.

«Il territorio ticinese per le sue caratteristiche climatiche e morfologiche presenta per noi architetti paesaggisti delle sfide che sono un po’ diverse rispetto a quelle di oltre Gottardo. Da una parte c’è una grande tradizione “insubrica” legata alle collezioni botaniche, ai grandi parchi che raccolgono piante preziose provenienti da luoghi esotici, tra cui la oramai famosa palma di Fortune. Questo fa parte della tradizione della cultura dei giardini propria del Ticino. Nel tempo ci si è resi conto che questa mescolanza, queste piante viaggiatrici creano dei problemi in termini di ambienti naturali. Queste piante di provenienza esotica possono fuggire dai giardini e trovare il loro il loro posto all’interno di paesaggi cosiddetti naturali, interagendo con gli ecosistemi e con gli ambienti naturali esistenti. Io credo che una certa attenzione a questi temi da parte di noi architetti paesaggisti sia necessaria, senza però assumere degli atteggiamenti manichei o molto rigidi. Non è che tutte le piante autoctone sono buone e tutte le piante esotiche sono cattive e pericolose per gli ambienti naturali. Oggi è nostro dovere prestare attenzione a questo aspetto e cercare di valutare quello che sarà l’impatto a medio e lungo termine».

Maja Leonelli – architetta paesaggista e curatrice della mostra

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100 progetti, 100 anni di paesaggio svizzero

Alphaville 20.05.2025, 11:05

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  • Marco Pagani

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