La montagna è stata protagonista di un doppio movimento nel corso degli ultimi decenni. Da una parte si è spopolata, a favore delle città, ma dall’altra - e il fenomeno è risultato evidente nel corso della pandemia - è tornata a essere la destinazione verso la quale in molti hanno deciso di trasferirsi, per sfuggire a centri urbani oramai considerati malsani e pericolosi. A fronte di queste tendenze, la montagna si è però ritrovata spogliata di tanti servizi che la rendevano attrattiva, che rendevano possibile la “vita” in montagna. Ospite di Alphaville, Roberto Leggero, docente ricercatore dell’Accademia di architettura di Mendrisio e co-curatore de I servizi di prossimità come beni comuni (Donzelli editore), volume collettivo che indaga la relazione tra la marginalizzazione socioeconomica di alcune aree dello spazio alpino e i servizi di prossimità.
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