Blu come un'arancia

La letteratura in dialetto nella Lombardia e nella Svizzera Italiana

Dal Medioevo a oggi, letture guidate da Franco Brevini

  • 30 ottobre 2017, 11:35
iStock_Lingua italiana
  • iStock

BLU COME UN’ARANCIA
Da lunedì 30 ottobre a venerdì 24 novembre 2017 alle 10:35
Replica il giorno seguente alle 01:30

Diceva Manzoni che gli scrittori lombardi hanno qualcosa che li distingue in tutte le epoche. Difficile dirlo, ma un dato è certo: in pochissime altre regioni l’intreccio tra lingua e dialetto è stato altrettanto vivo come in Lombardia. Maggi, Parini, Porta, Manzoni, Tessa, Gadda, Sereni sono lì a dimostrare come gli “omenoni”, i giganti della poesia lombarda vivano in una perfetta di par condicio linguistica.

In questa serie di venti puntate di “Blu come un’arancia”, Franco Brevini, oggi fra i più noti studiosi della letteratura dialettale, si prova a ripercorrere otto secoli di poesia lombarda. Naturalmente il viaggio non poteva non essere aperto anche alla Svizzera Italiana, che con le sue parlate alpine del Sopraceneri, della Mesolcina, e della Calanca, con le parlate prealpine del Sopraceneri meridionale e del Luganese e con le varietà del Basso Luganese e del Mendrisiotto, aperte ormai al comasco e agli idiomi di pianura, ha tutti i titoli per figurare in una storia della letteratura lombarda.

Peraltro gli scrittori lombardi non hanno esitato a loro volta ad aprirsi alle esperienze d’Oltralpe, assumendo quei caratteri di cosmopolitismo che li distinguono nella letteratura italiana. Questo tratto deve essere energicamente sottolineato contro ogni angusto meneghinismo, contro ogni apologia, anche linguistica, del risotto allo zafferano.

Brevini parte dalle origini della letteratura lombarda con la figura dello zanni, antenato di Arlecchino. Dopo l’inquieto “Rinascimento” di Lancino Curti e la letteratura facchinesca con i Rabisch, sarà la volta dei primi grandi: il «bohémien ambrosiano» Fabio Varese, Maggi inventore di Meneghino, La sposa Francesca di De Lemene, i poeti Trasformati. Un grande giro di boa avverrà con Porta, seguito poi dalla produzione municipale ottocentesca, fino alla grande ripresa di Tessa e, più recentemente, di Franco Loi. Fra i ticinesi si parlerà di Giovanni Bianconi, Alina Borioli, Sergio Maspoli, Ugo Canonica, Elio Scamara, Fernando Grignola e Giovanni Orelli.

Ti potrebbe interessare