La parola “bagordi” deriva dall’antico provenzale “bort” (giostra). Originariamente indicava i tornei medievali, poi si è estesa ai festeggiamenti che seguivano. Oggi si usa nell’espressione “fare i bagordi” per indicare feste sfrenate. Il termine è legato alle giostre cavalleresche e ai banchetti del Medioevo. La sua evoluzione semantica riflette il passaggio da competizioni militari a celebrazioni festose, mantenendo un’accezione di eccesso e sregolatezza.
Rete Due, nel suo tradizionale percorso di avvicinamento al Natale, propone quest’anno qualcosa di un po’ diverso: in ciascuna delle 25 finestrelle, da aprire tra il primo e il 25 dicembre, quest’anno troveremo infatti non un dolcetto, ma una singola parola della nostra bella lingua.
25 parole, quindi: incartate e infiocchettate con cura da Andrea Fazioli e Marco Pagani, e corredate da un’ampia spiegazione e da alcune curiosità, sul loro uso e sulle loro origini.
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