Leila Djitli, giornalista di origine algerina, nel 2004 pubblica a Parigi (dove vive) un’opera singolare (Lettre à ma fille qui veut porter le voille) in cui la figlia, nata e cresciuta in Francia, a diciassette anni decide di volersi mettere “il velo” delle donne musulmane. Un piccolo fatto che apre uno squarcio epocale, con al centro la condizione della donna.
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