"Non siamo più capaci di immaginare il futuro e allora ci rivolgiamo al passato, alimentando nostalgie e rimpianti".
Lo si sente spesso dire negli ultimi anni, durante i quali i ritmi dei cambiamenti in tutti gli ambiti sociali e della comunicazione sono mutati ad una velocità così vertiginosa, da far apparire obsoleto, quanto solo ieri era all’avanguardia.
Non sono questi i presupposti che mi hanno spinto a dare uno sguardo curiosando nella recente storia del nostro territorio.
Mi piaceva vedere con quali occhi gli scrittori “nostrani” ci hanno visto e descritto nella prima metà del secolo scorso, fino grosso modo all’arrivo del boom economico, che ha avuto come conseguenza la scomparsa inesorabile del mondo al quale appartenevamo e che ci ha visto crescere.
Ed essendo nato nel 1944 ho respirato quell’aria e ho camminato lungo quelle strade sempre meno ghiaiose e sempre più “catramate”.
Ho scelto 5 scrittori: Vittore Frigerio, Orlando Spreng, Pio Ortelli, Ugo Frey e Rinaldo Spadino e rivisitato alcuni dei loro racconti.
L’ho fatto con ampia libertà di “raccontare” i loro “racconti” a modo mio, cercando però di essere fedele alle atmosfere rievocate, ai personaggi e al loro parlare. Cosa ne è venuto fuori? In 10 puntate un mondo scomparso, certo, ma senza il quale, oggi non saremmo quello che siamo e che saremo.
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