Domenica in scena

Un grido! Un’altra vittima. Ma avanti per la via!

Omaggio al bicentenario della nascita di Vincenzo Vela, scritto e diretto da Flavio Stroppini

Vincenzo Vela, Le vittime del lavoro, 1882

Domenica 6 dicembre 2020 alle 17.35

Con: Antonio Ballerio, Margherita Saltamacchia, Massimiliano Zampetti, Antonio Zanoletti, Luca Maciacchini, Diego Pitruzzella, Matteo Carassini, Mirko D'Urso, Federico Caprara, Yor Milano, Flavio Sala e Orio Valsangiacomo

Editing, sonorizzazione e presa del suono: Thomas Chiesa

Produzione: Francesca Giorzi – RSI 2020

UN GRIDO, UN ALTRA VITTIMA. MA VANTI PER LA VITA.

Domenica in scena 06.12.2020, 18:54

  • © Museo Vincenzo Vela

Gli operai che costruirono il tunnel ferroviario del San Gottardo vissero in condizioni disastrate. Alla fine dei lavori si contarono 199 morti. Vincenzo Vela, di sua spontanea volontà (senza nessuna commissione), conosciuta la drammatica situazione dei lavoratori, decise di lavorare a un gesso (sognando poi di farne un bronzo) che fosse un omaggio e una denuncia realistica e non simbolica delle condizioni precarie in cui vivevano quella miriade di uomini (più di 2’000). Il modello in gesso venne iniziato nel 1880 e fu terminato nel 1882. L’anno successivo venne presentato all’Esposizione Nazionale Svizzera di Zurigo, col titolo “Die Opfer der Arbeit”, (Le vittime del lavoro), riscuotendo grande successo di critica e pubblico. Non era però la gloria personale ciò che Vela cercava. La partecipazione alla grande mostra di Zurigo aveva un obiettivo ben preciso: trovare qualche finanziatore che potesse mettere a disposizione le risorse per tradurre il bozzetto in un monumento in bronzo da collocare nelle vicinanze della Galleria del San Gottardo (solo dopo la sua morte, nel 1932, in occasione del 50esimo dell’inaugurazione della galleria, l’opera venne realizzata).

L’originale radiofonico prodotto dal settore prosa della RSI racconta la genesi e la vita de “Le vittime del lavoro” mescolando passato e presente; anche per ricordare quanto l’arte sia a servizio della comunità e quanto essa possa (e debba) urlare valori di libertà, fratellanza e perseguire la strada per la dignità dell’uomo.

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