Doni d'amore è una piccola mostra costruita nella Pinacoteca Züst di Rancate, fatta con quadri, belli, con oggetti, belli, con parti di oggetti e con documenti intorno a un intreccio di temi interessante e complicato: i doni collegati al fidanzamento, al matrimonio e al parto di donne appartenenti alle élites cittadine dei secoli XIV, XV e XVI.
La mostra colpisce immediatamente innanzi tutto per la raffinatezza della scelta delle sue componenti, ma in gioco c'è altro: per esempio l'interesse a capire quanto fosse importante la costrizione sociale, in questi momenti della vita, quanto invece si riuscisse a dare spazio a esigenze naturali come l'affettività e l'erotismo; quanto la donna fosse merce di scambio, quanto responsabile della produzione demografica, quanto soggetto attivo o addirittura quanta libertà avesse a disposizione. Sono domande impegnative perché le fonti non ci aiutano e perché tendiamo a osservare quelle realtà con i pregiudizi ideologici della nostra.
La mostra tenta generosamente di evidenziare l'importanza di queste e di altre domande, delle quali Vito Calabretta discute con Patricia Lurati, curatrice della mostra e con Alessandra Brambilla, della Pinacoteca Züst.
Amori costretti
Arte 13.11.2014, 12:35
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