La fine della prima guerra mondiale, dopo oltre quattro anni di un conflitto indicibilmente sanguinoso e la perdita di milioni di vite umane, cambiò radicalmente la carta geografica dell'Europa e lasciò uno strascico di diffusi conflitti nazionali.
Uno degli effetti pregni di conseguenze fu il crollo della monarchia asburgica, che aveva portato Vienna a dominare per secoli un vasto conglomerato di popoli: un evento esiziale, che lungi dal sanare ferite, ne squarciò altre possibilmente più profonde, e disintegrò la Mitteleuropa.
Nel centenario della fine della Grande Guerra, al microfono di Flavia Foradini, Manfried Rauchensteiner, storico di primo piano ed esperto fra l’altro della casata Asburgo e della prima guerra mondiale, fornisce alcuni spunti di analisi sulla disgregazione dell’impero austro-ungarico; lancia uno sguardo sui mesi prima e dopo l’armistizio di inizio novembre 1918, e avanza una risposta al quesito se e a quali condizioni, la fine dell’Austria-Ungheria sarebbe forse stata evitabile.
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