Storia

Gli animali nel mondo antico

di Roberto Antonini

  • 20.08.2018, 13:35
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GERONIMO ®
Storia e memoria
Lunedì 20 agosto 2018 alle 11:35

L'interrogativo sul mangiar carne non è certamente un’invenzione del nostro mondo contemporaneo. Dall’antichità i filosofi si sono posti domande sull’esistenza di un’anima tra gli animali, sulle differenze ontologiche tra questi e gli uomini, sul linguaggio, la ragione e l’esistenza di società, come tra le formiche, organizzate secondo una certa complessità. Se gli eroi di Omero erano mangiatori di carne, se gli stoici come Seneca consideravano gli animali esseri inferiori e dunque “mangiabili”, filosofi quali Plutarco o Porfirio potevano essere considerati animalisti ante litteram: per loro l’astinenza da carne può condurre gli esseri umani nell’alveo dell’amore per i propri simili. Tra i greci e i latini gli animali erano una presenza costante, sia come pet, sia come selvaggina, sia nel quadro dei sacrifici rituali, sia nei grandi (e crudeli) spettacoli, come le venationes romane. Popolavano l’universo simbolico animali più o meno fantasiosi (come gli unicorni, la manticora, l’araba fenice) ma gli animali potevano anche essere utilizzati come vere e proprie armi da guerra (ad esempio le serpi velenose pigiate in vasi di terracotta catapultati sui nemici). Per parlare di questi temi, “Geronimo storia” ospita Pietro Li Causi, autore del recente “Gli animali nel mondo antico”, pubblicato dal Mulino.

Prima emissione lunedì 04 giugno 2018

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