Storia

Il leone e l'aquila: la conquista di Gerusalemme

di Claudio Visentin

  • 11.01.2016, 12:35
La distruzione del tempio di Gerusalemme, di Francesco Hayez (1791-1882)

La distruzione del tempio di Gerusalemme, di Francesco Hayez (1791-1882)

  • Wikipedia

GERONIMO Storia
Lunedì 11 gennaio 2016 alle 11:35
Replica domenica 17 gennaio alle 08:35

Nel 70 d.C. i Romani reprimono la rivolta ebraica, ma solo dopo una guerra lunga e di inaudita violenza, il cui apice anche simbolico è la conquista di Gerusalemme e la distruzione del Secondo tempio.

Ogni tentativo di assimilazione degli Ebrei nell’Impero romano risulta vano, perché dietro allo scontro tra gli eserciti si confrontano due visioni diametralmente opposte: da un lato la fedeltà degli Ebrei alla parola divina, dall’altro il principio romano di obbedienza allo Stato e alle sue leggi. Fa eccezione quasi soltanto Giuseppe Flavio, comandante ebreo che dopo la cattura passa dalla parte dei Romani, ne condivide le ragioni e diviene il cronista della Prima guerra giudaica.

Con lo storico Giovanni Brizzi, autore di una ricerca recente e documentata, approfondiremo queste vicende le cui conseguenze hanno segnato in profondità anche la storia d’Europa. Infatti dopo la perdita di Gerusalemme per gli Ebrei si apre la tragica vicenda della Diaspora, che li porterà a errare per secoli nelle più diverse terre, sempre minacciati dall’antisemitismo, sino agli orrori del XX secolo e al contrastato ritorno nella terra dei padri.

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