“Io, per anni allieva di Umberto Veronesi, fui convinta dalla sua proposta del testamento biologico… Oggi dissento totalmente e da malata la vita, in tutte le sue forme, mi appare meravigliosa”. Sono le parole di Sylvie Menard, 63 anni, per quarant’anni oncologa e ricercatrice all’Istituto dei tumori di Milano. La sua esistenza e tutte le sue convinzioni sono cambiate radicalmente il 26 aprile 2005. Quel giorno, che lei definisce “tsunami”, le fu diagnosticato un tumore del midollo osseo inguaribile. “Sul fine vita - racconta durante l’incontro con Francesca Cocchi a Milano - avevo un pensiero molto superficiale. Perché ero sana”. Eutanasia, accanimento terapeutico, cancro, affetti persi e ritrovati. Questi i temi toccati in una lunga intervista dove la Menard ci costringe a fermarci per un attimo a pensare cosa significano parole come vita e morte.

"Con il tumore sono morta e rinata" - Parla l’oncologa Sylvie Menard
Laser 11.05.2011, 02:00
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