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Gli antichi sono diversi da noi

Incontro con Maurizio Bettini, di Mariarosa Mancuso

  • 23.01.2018, 10:00
Jacques-Louis_David, Il giuramento degli Orazi

Jacques-Louis David, "Il giuramento degli Orazi", olio su tela (330x425 cm), Museo del Louvre, Parigi

  • Wikipedia

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Da martedì 23 a giovedì 25 gennaio 2018 alle 09:00
Replica alle 22:35
Replica serale di giovedì 25 gennaio cade per
Jazz Winter Meeting

Tutti gli episodi di: "Gli antichi sono diversi da noi"

  • Gli antichi sono diversi da noi (1./3)

    Laser 23.01.2018, 10:00

  • Gli antichi sono diversi da noi (2./3)

    Laser 24.01.2018, 10:00

  • Gli antichi sono diversi da noi (3./3)

    Laser 25.01.2018, 10:00

Parlare dei romani e dei greci come se fossero uguali a noi è sbagliato. Oltre che controproducente: perché gli studenti dovrebbero interessarsi a cose che già conoscono? Lo spiega Maurizio Bettini, filologo classico con un particolare interesse per l’antropologia del mondo antico. Studioso degli antichi, ma attento osservatore del mondo moderno, che guardato in prospettiva cambia aspetto, si arricchisce, sfugge ai luoghi comuni che ci ingabbiano.

Vale per le radici, per esempio che molti invocano. Contro le radici" è il titolo di un suo libro, tradotto in Francia lo scorso settembre ha avuto due pagine su “Libération". Vale per il politeismo degli antichi, che potrebbe offrire modelli di convivenza meno conflittuali di quelli che conosciamo.

Parleremo di miti (e delle loro moderne riscritture). Parleremo di plagio, di traduzione, di comunicazione, di donnole e del canto degli uccelli. Anche di romanzi gialli: Edipo, in fondo, fu il primo detective della storia.

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