Laser

La svastica negli stadi

di Matteo Severgnini

  • 15 marzo 2016, 10:00
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  • Reuters Pictures

Laser
Martedì 15 marzo 2016 alle 09:00
Replica alle 22:35

In questo Laser di Matteo Severgnini, le parole del dott. Giovanni Cerutti (direttore scientifico dell’Istituto storico della Resistenza di Novara “P. Fornara”), raccontano tre storie di uomini di sport, di calcio in particolare, che in Europa negli anni ’30 e durante la II Guerra Mondiale, all’apice delle loro carriere, sono stati travolti dal corso della Storia europea, ritrovandosi a condividere il medesimo destino di milioni di altri uomini.

Gli ungheresi Arpad Weisz e Ernest Erbstein, allenatori rispettivamente del Bologna e del Torino, si stavano contendendo il campionato italiano di calcio quando la promulgazione delle leggi razziali li costrinse a lasciare l’Italia e a vagare per l’Europa occupata. Weisz venne ucciso con tutta la famiglia ad Auschwitz; Erbstein riuscì a rifugiarsi a Budapest e a sfuggire così alla feroce caccia delle Croci frecciate Szalasi. Tornato nel 1945 ad allenare il Torino trovò la morte sull’aereo del Grande Torino che si schiantò sulla collina di Superga il 4 maggio 1949.

I giocatori e dirigenti della squadra di Amsterdam si ritrovarono dopo l’occupazione dell’Olanda, prima a cercare di mettere in salvo i propri soci ebrei e poi a organizzare i primi nuclei della Resistenza olandese. Negli anni ’60, un piccolo gruppo di sopravvissuti fondò l’Aiax che, guidato da Johan Cruijff, lascerà un segno indelebile nella storia del calcio. Nel 1978, l’imprevedibile corso della storia intreccerà, sul campo di calcio nella finale della Coppa del Mondo tra Argentina e Olanda, quelle vicende con quella dei generali argentini nella Buenos Aires dei desaparecidos.

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