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Proprio fuori dalla porta di casa nostra

Il dramma dei profughi a Como, di Roberto Antonini

  • 15 agosto 2016, 12:00
Migranti Como

Emergenza migranti, rifugiati nel parco della stazione ferroviaria. Nella foto eritrei in attesa di passare il confine italiano verso la Svizzera.

  • Tipress

Laser
Lunedì 15 agosto 2016 alle 10:00
Replica alle 22:35

Un reportage sui profughi che si stanno ammassando in condizioni assolutamente precarie nei pressi della stazione di Como. Grazie al lavoro di volontari, italiani e ticinesi diverse centinaia di africani riescono a sopravvivere nella speranza di poter passare la frontiera e chiedere asilo più a nord, in Svizzera e soprattutto Germania e Europa settentrionale. Ma con il passare dei giorni sale lo scoramento, il senso di frustrazione, di impotenza. Sono soprattutto ragazzi, ma vi sono anche famiglie con donne e bimbi, provenienti da Sudan, Somalia, Eritrea, Etiopia. Tutti alla ricerca di un futuro. Un’impasse quasi totale: sbarcati in Italia dopo aver attraversato il Mediterraneo sui barconi, registrati negli “hotspot” italiani dovrebbero in effetti chiedere asilo in Italia per poi essere più tardi eventualmente distribuiti in altri paesi europei. Una prospettiva però che ai loro occhi rimanda alle calende greche qualsiasi tentativo di iniziare una nuova vita fatta di lavoro e stabilità. Quasi tutti fuggono da situazione estreme, quasi tutti hanno vissuto traumi inenarrabili: violenze, stupri, torture sia nel loro paese sia nel cammino che hanno seguito per la loro fuga. Laser li ha voluti sentire, per capire il loro stato d’animo, le loro storie. Al di là di qualsiasi dibattito politico, una fotografia dalla forte componente umana.

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