Moby Dick

“VIVE LA FRANCE!”

di Roberto Antonini e Raffaella Barazzoni

  • 17 gennaio 2015, 11:00
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  • Keystone

“VIVE LA FRANCE!”

Moby Dick 17.01.2015, 11:00

Quattro milioni di persone per ricordare al mondo che i valori repubblicani non sono negoziabili. Questo è successo la scorsa domenica, quando una folla immensa ha invaso Parigi e tante altre città del paese transalpino. Occorre risalire ai giorni della Liberazione, nell’agosto del 1944, per trovare una mobilitazione di pari dimensioni. Scintilla di questa pacifica rivolta civile sono state le stragi alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo e al supermercato kosher. Da quelle ore drammatiche è scaturita una coscienza che ha empaticamente accomunato una nazione, compatta nel ribadire i principi dell’illuminismo. Ore drammatiche che però hanno anche fatto emergere gli enormi problemi legati ad esempio al degrado delle periferie cittadine, in primis Parigi, o alla situazione carceraria. Sono questi i contesti in cui la radicalizzazione islamica trova terreno fertile, quelli in cui i tre attentatori sono cresciuti e si sono convertiti al jihad. Passata la grande ondata emotiva, la patria storica dei valori repubblicani si trova a dover fare i conti con problemi enormi, a dover verificare il suo modello d’integrazione, a dover dare una risposta a alla deriva antisemita, a fornire un modello di convivenza interculturale degna della sua tradizione. Ne discutiamo a Moby Dick con tre ospiti: la giornalista parigina Anaïs Poirot-Gorse, Véronique Arlettaz Roncoroni, docente di francese al Liceo di Lugano 1 e l’ex magistrato ticinese Jacques Ducry.

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