L’abbiamo raggiunta in esclusiva a Bangkok. Caterina Barbieri è stata nominata nuova Direttrice artistica del Settore Musica per la Biennale di Venezia per il biennio 2025-2026. La sua nomina, deliberata dal Consiglio di Amministrazione della Biennale, è vista come una forte dichiarazione di fiducia nella capacità di Barbieri di portare un’innovazione radicale nella scena musicale, legando insieme la tradizione e la sperimentazione. La nomina è stata deliberata oggi dal Consiglio di Amministrazione della Biennale presieduto da Pietrangelo Buttafuoco che ha dichiarato: «La formazione classica unita alla sperimentazione e all’uso delle più innovative tecnologie rende Caterina Barbieri un tramite vivo tra epoca, stili e settori. La nomina di Barbieri alla direzione del settore Musica è, infatti, un attestato di fiducia verso l’intelligenza e il genio delle nuove generazioni, vere antenne del futuro».
Caterina Barbieri, nata a Bologna nel 1990, è una musicista e compositrice che ha sviluppato una carriera significativa nel panorama della musica elettroacustica, spaziando dalla composizione alla performance dal vivo. La sua formazione, che unisce gli studi in chitarra classica e composizione elettroacustica, insieme a un background accademico in Etnomusicologia, ha plasmato il suo approccio originale alla musica, focalizzandosi sull’esplorazione delle proprietà psichedeliche e fisiche del suono attraverso la sintesi modulare. La sua musica si distingue per la capacità di esplorare il rapporto tra percezione e coscienza, utilizzando strumenti come sintetizzatori modulari e tecniche di computazione generativa. Il suo lavoro, che spazia dalla musica d’ambiente alla sperimentazione più avanguardistica, ha riscosso un grande apprezzamento da parte della critica internazionale.
Tra i suoi album più significativi ci sono Patterns of Consciousness (2017), Ecstatic Computation (2019), e Spirit Exit (2022), che hanno consolidato il suo status di una delle voci più innovative della musica contemporanea. La sua carriera l’ha vista esibirsi in festival prestigiosi come Unsound, Atonal, Primavera Sound, Sonar, e al Barbican Centre di Londra, e le sue composizioni sono state eseguite in sedi come il Centre Pompidou, l’IRCAM, il Museo Anahuacalli e la Philarmonie de Paris. Nel 2021 ha anche fondato la sua etichetta indipendente, light-years, che ha promosso una serie di eventi e showcase in importanti istituzioni culturali. Il suo approccio creativo non si limita alla produzione di album, ma si estende alla dimensione live, dove Barbieri intreccia il suono con l’arte visiva, creando esperienze multisensoriali che trasformano ogni performance in un “organismo vivente”. Inoltre, la sua musica è stata utilizzata in film, come nel caso della colonna sonora per John and the Hole di Pascual Sisto, e nelle installazioni artistiche, come quella creata con Kali Malone per la 60ª Mostra Internazionale di Arte Contemporanea della Biennale di Venezia.
«Sono molto felice di questo invito e davvero onorata di poter dare il mio contributo a Biennale Musica. Venezia non finisce mai di ispirarmi: la sua mutevolezza, gli echi e i riflessi, i suoi silenzi e la sua liminalità. La sua resilienza e il desiderio di infinito. Il suo dissolvere lo spazio e il tempo. Tutto questo è già musica». Queste le parole di Caterina Barbieri che si è poi raccontata al microfono di Alessandro De Rosa.
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