Si racconta Isabelle Faust, acclamata stella del violino. Sì, Isabelle, alla francese, precisa. Concentrato di garbo e carisma, interprete dall’inarrivabile eleganza e versatilità. Artista amatissima quanto schiva e riservata, in un italiano eccellente, con leggerezza e profonda umiltà racconta delle sue scelte musicali, del sodalizio che la lega da tempo al Giardino Armonico (giunto al traguardo dei suoi primi 40 anni), del suo inseparabile compagno, lo Stradivari Sleeping beauty e, perché no, di sè. Dal barocco alla contemporanea passando per classicismo e romanticismo, con corde di budello e arco storico ma non solo, la sua duttilità le consente di sentirsi sempre “a casa”. L’importante è che si parli di violino e di orizzonti ancora da esplorare. D’altronde «Il suo suono ha passione, grinta ed elettricità ma anche un calore e una dolcezza disarmanti che possono rivelare l’intimo lirismo della musica...», scrisse di lei il New York Times. Vincitrice in giovane età di rilevanti Concorsi violinistici internazionali, come Leopold Mozart e Paganini, tra le virtuose più apprezzate del nostro tempo - che si parli di repertorio solistico o cameristico - l’abbiamo incontrata solista nei concerti de L’estro armonico di Antonio Vivaldi insieme al Giardino Armonico diretto da Giovanni Antonini al Teatro Ponchielli di Cremona.
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