Il 27 luglio 2025 Celso Valli, celebre compositore, arrangiatore e produttore discografico bolognese, si è spento all’età di 75 anni.
Nato a Bologna il 14 maggio 1950, dopo aver studiato pianoforte al Conservatorio “Giovanni Battista Martini”, iniziò la carriera come tastierista e membro di una band jazz; negli anni Settanta fu protagonista anche della scena Italo disco, firmando progetti come Tantra, Azoto e Passengers.
Valli è stato tra i più influenti arrangiatori della musica leggera italiana: ha lavorato con artisti del calibro di Mina, Gianni Morandi, Raf, Matia Bazar, Claudio Baglioni, Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Laura Pausini, Giorgia, Irene Grandi, Andrea Bocelli, Il Volo, Renato Zero e Jovanotti . Tra i suoi successi più celebri, figurano arrangiamenti e produzioni di brani storici: da “Self Control”, “Ti sento” e “Quello che le donne non dicono” fino a “Un senso”, “Sally” e “Adesso tu”.
Il grande musicista ha inoltre partecipato come direttore d’orchestra a numerose edizioni del Festival di Sanremo; la sua ultima apparizione risale al 2023, quando accompagnò sul palco Eros Ramazzotti e Ultimo in un medley dei loro successi.
Tra i suoi riconoscimenti: il Latin Grammy Award per Primavera Anticipada di Laura Pausini, il Leone d’oro alla carriera nel 2006, e il disco di diamante per Vasco Rossi nel 2011 con l’album Vivere o niente; è autore anche dell’album italiano più venduto di sempre, La vita è adesso di Claudio Baglioni.
La scomparsa è stata annunciata sui social da Eros Ramazzotti con parole toccanti: “Celso, mi mancherai maestro” e “Ciao Celso, un altro gigante che ci lascia”. Vasco Rossi ha salutato “un genio assoluto” e “un grande amico di fiducia”; Laura Pausini, Francesco Renga e molti altri colleghi hanno espresso affetto e dolore per la perdita di un artista che ha contribuito a definire il suono della musica italiana.
Nel giorno della morte di Celso Valli la sua eleganza, la sua precisione nella scrittura degli arrangiamenti, la sensibilità artistica e lo sguardo lungimirante che rimarranno nel patrimonio culturale italiani vengono ricordati al microfono di Claudio Farinone da Alessandro De Rosa.
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